Emily Wynell Paul aveva 14 anni quando scomparve da casa sua, a Southport, in Florida. I genitori trovano una lettera lunga tre pagine in cui la ragazzina annunciava di voler sparire, e che magari si sarebbe rifatta viva una volta diventata maggiorenne: “Non preoccupatevi, starò bene”. Qualcuno la vede per l’ultima volta il 13 aprile del 2013: aveva una valigia e sarebbe salita su un’auto che nessuno riesce a identificare. Per la famiglia è l’inizio di un incubo senza fine: non c’è appello che non sia stato fatto e palo per la strada su cui non sia stata affisso un cartello con il suo volto. La polizia batte a tappeto per mesi le zone circostanti, si cercano testimoni, si analizzano le immagini delle telecamere di sorveglianza e si interrogano amici, compagni e conoscenti. Ma di Emily non c’è più traccia.
Si teme anche il peggio, che sia finita nelle mani di qualcuno che possa averle fatto del male, ma resta viva la speranza di non sentire il telefono squillare con un agente della polizia dall’altra parte del filo a chiedere di depositare il Dna per compararlo con qualche resto umano rinvenuto in un bosco.
Passa invano anche il 18esimo compleanno di Emily, e alla porta di casa Wynell Paul non suona nessuno. Lentamene, anche se certe fiammelle non si spengono mai del tutto, nei cuori dei familiari si fa strada l’idea insopportabile di non rivederla mai più.
Qualche giorno fa, la sorpresa: una lettera indirizzata a Pamela Massimiani, la mamma, in cui Emily rassicura i familiari: “Sto bene, state tranquilli, ma soprattutto sto bene dove mi trovo”. Emily è ricomparsa, e davanti agli agenti della polizia di Southport, ha confermato di essere in buona salute: è arrivata alla stazione di polizia da sola, e da sola se n’è andata. Sembrava in ottima forma, ha dichiarato che non le manca nulla e che vuole restare dove si trova adesso.
Sono le uniche parole che i genitori di Emily si sono sentiti raccontare dagli agenti, che hanno anche aggiunto di non poter fare null’altro, perché la ragazza è ormai maggiorenne e non essendoci un’ipotesi di reato, ha diritto alla sua privacy e a vivere dove meglio crede.
Una doccia metà calda e metà fredda per i genitori di Emily, a cui manca da anni il tassello fondamentale di questa vicenda strana: capire perché Emily sia fuggita.