Ci si può sentire smarriti senza Wikipedia? Si può eccome. L’insolita condizione la stanno vivendo gli utenti italiani dell’enciclopedia online più celebre e diffusa del pianeta, oscurata dalle prime ore di questa mattina per una protesta contro le violazioni della “libertà di Internet” previste nel nuovo piano dell’UE relativo al copyright.
Nella riunione plenaria da oggi al prossimo 5 luglio, il Parlamento Europeo di Strasburgo metterà ai voti un regolamento che oltre ai Wikipedia, ha scatenato le ire di colossi come Google.
Tutto si gioca sul testo di due articoli, l’11, che prevede la così detta “tassa sui link”, ovvero l’obbligo di autorizzazione condividendo passaggi di un testo altrui, e il 13, che impedisce di caricare contenuti protetti dal diritto d’autore su canali come Youtube e Instagram.
La protesta, con relativo blackout delle pagine, dovrebbe proseguire fino a giovedì. Non è la prima volta che Wikipedia sceglie la linea dura: era già successo nel 2011, come protesta verso il Ddl intercettazioni.
Dall’UE arrivano però rassicurazioni secondo cui le enciclopedie online sarebbe automaticamente escluse dalle nuove norme europee. Secca la replica dell’enciclopedia online: “Non ci muoviamo solo per salvare noi stessi, ma per difendere la libera rete, comprese realtà meno visibili di noi”. In aggiunta, una nota minacciosa: la nuova direttiva minaccia la libertà online e crea ostacoli con nuovi filtri, restrizioni e barriere che potrebbero portare alla chiusura delle pagine italiane di Wikipedia. “Chiediamo di respingere il testo partendo dall’abolizione degli articoli 11 e 13, nonché la protezione della libertà di scattare foto in luoghi pubblici estesa a tutta la UE”.