Se non fosse un caso di spionaggio internazionale con tanto di morti ammazzati e tensioni fra diplomazie, ci sarebbe quasi da sorridere. Dopo mesi di indagini serrate, il governo britannico ha dichiarato di aver individuato in Aleksandr Petrov e Ruslan Boshirov le due spie russe che avrebbero portato nel Regno Unito il “Novichok” usato lo scorso marzo per avvelenare l’ex ufficiale dei servizi segreti Sergey Skripal e sua figlia Julia. La sostanza contaminante conosciuta come “A234” sarebbe poi costata inavvertitamente la vita a Dawn Sturgess, una donna convinta di aver avuto un colpo di fortuna trovando un flacone di profumo “Nina Ricci” ancora pieno, e Charlie Rowley, suo marito, tutt’oggi ricoverato in gravi condizioni.
Secondo la ricostruzione di Scotland Yard, Petrov e Borishov, identificati come agenti dei servizi segreti militari del “Gru”, sarebbero entrati in Gran Bretagna su volo in arrivo da Mosca il 2 marzo scorso. Dopo aver trascorso una notte al “City Stay Hotel” di Bow Road, nella zona est di Londra, i due si sarebbero spostati a Salisbury, nel sud, intercettando Sergey e Julia Skrypal.
Il risultato delle indagini, commentato dal premier Theresa May, si conclude con la richiesta formale alla Russia di consegnare i due uomini, ricercati per tentato omicidio plurimo, a causa della mancanza di trattati di estradizione con Mosca.
La prima smentita è arrivata da Vladimir Putin, che è sembrato voler prendere per i fondelli gli inglesi: quelli identificati da Londra sono due civili, “E in quello che hanno fatto non c’è nulla di criminale”.
Gli stessi Petrov e Borishow, intervistati da “Sputnik”, hanno mostrato incredulità: “Siamo andati in Gran Bretagna per turismo, volevamo visitare la meravigliosa città di Salisbury che ci era stata consigliata da amici. Magari siamo anche passati dalle parti della casa di Skrypal ma non ce ne siamo resi conto, perché semplicemente non sapevamo dove fosse”.