Lo scorso aprile SZA, nome d’arte dell’artista americana Solána Imani Rowe, aveva scelto di raccontare sui suoi profili social la spiacevole avventura vissuta all’interno del punto vendita “Sephora” di Calabasas, in California. La cantante, nata in Missouri da genitori nigeriani e artista di punta della scena “Alternative R&B” e “Neo Soul”, era stata fermata da un dipendente mentre si aggirava tranquillamente all’interno del negozio. Lo zelante commesso aveva chiesto l’intervento della sicurezza chiedendo di verificare se SZA, di cui ignorava l’identità, avesse rubato qualcosa dagli scaffali. Secondo l’artista, una reazione che non poteva avere altro motivo se non il colore della pelle.
Il racconto aveva scatenato l’indignazione e una valanga di insulti all’indirizzo del colosso francese della profumeria, costringendo l’azienda a chiedere scusa pubblicamente, oltre ad assicurare che sarebbero stati presi provvedimenti.
I provvedimenti sono diventati realtà lo scorso mercoledì, quando i clienti dei punti vendita “Sephora” di tutti gli Stati Uniti hanno trovato ovunque le serrande abbassate. Quel giorno, i dipendenti sono stati cortesemente invitati dalla direzione a seguire un corso di aggiornamento che come temi principali aveva l’inclusione, la diversità e l’antirazzismo.
Un caso molto simile era accaduto a Philadelphia lo scorso all’interno di una caffetteria “Starbucks”, grande catena molto popolare e diffusissima negli Stati Uniti, dove due ragazzi di colore erano stati arrestati su segnalazione di un commesso con l’accusa di furto. I due malcapitati sono stati rilasciati poco dopo, del tutto innocenti, mettendo in grande imbarazzo i vertici di Starbucks.
Eppure, secondo quanto riportano i portavoce di Sephora, catena fondata nel 1973 in Francia e acquisita vent’anni dopo dalla potente “LVMH” (Louis Vuitton and Moet Hennessy), oggi presente i 17 paesi con 750 punti vendita, la giornata di chiusura non avrebbe nulla a che fare con lo spiacevole episodio denunciato da SZA, ma rientrerebbe nell’ambito del programma “We Belong to Something Beautiful” creato con l’idea di “valorizzare le differenze”.