Lo scorso novembre, un pilota della compagnia aerea giapponese “Jal”, ha pensato fosse un’ottima idea scolarsi due bottiglie di vino e cinque lattine di birra prima di imbarcarsi per un volo da Londra a Tokyo. A denunciarlo l’autista del bus che ha portato equipaggio e passeggeri verso l’aereo: il comandante puzzava d’alcol e barcollava. Due giorni fa, Gabriel Lyle Schroeder, pilota della “Delta Airlines”, è stato arrestato all’aeroporto di Minneapolis poco prima della partenza del volo per San Diego: era completamente ubriaco. Lo stesso è accaduto poche ore fa a Glasgow, dove pilota e copilota della “United Airlines” in partenza per New York sono finiti con le manette ai polsi: stavano per decollare con a bordo 300 persone.
Le cronache sono piene di episodi simili, fermati per tempo poco dopo i controlli, anche se il sospetto che siano molti di più quelli che la fanno ranca resta. Per la categoria dei piloti, vige il divieto assoluto di bere alcolici almeno otto ore prima del decollo: una raccomandazione che gli inglesi chiamano “Eight hours from bottle to trottle”, ma che le compagnie hanno imparato ad ignorare, sottoponendo i piloti a controlli obbligatori prima della partenza. Di mezzo ci sono la sicurezza dei passeggeri e anche gli effetti che l’alcol può assumere già a 2.000 metri di altitudine, quando la quantità di ossigeno è minore e sale il rischio di ipossia, condizione che può portare a svenimenti improvvisi.
In realtà, negli anni i casi di piloti che hanno sforato in ogni modo il regolamento sono innumerevoli. Nel luglio del 2015, a pochi mesi dal disastro del volo “Germanwings” (il volo fatto precipitare dal pilota suicida il 24 marzo 2015), un pilota della “Kuwait Airlines” ha invitato in cabina una pornostar presente a bordo, con cui ha diviso champagne, risate e foto della vistosa signorina seduta sulle gambe del pilota. Nessuno avrebbe mai saputo nulla, se la pornostar non avesse pubblicato foto e filmati sui social, inguaiando il pilota.
I passeggeri però non sono da meno: le assistenti di volo di tutto il mondo ne hanno viste così tante da averle raccolte in un sito aperto a chiunque abbia un’esperienza da raccontare. E lo stesso ha fatto il sito “Skyscanner”, che qualche anno fa ha raccolto gli sfoghi di circa 700 fra hostess e steward, tutti concordi nel dire che l’evoluzione dell’uomo forse deve ancora iniziare: tante le bestie con cui hanno avuto a che fare.