Tre colpi di pistola a poca distanza dalla comunità di Ougadougu, in Burkina Faso: è morto così Padre Antonio César Fernández, 72 anni, missionario salesiano di origine spagnola che aveva scelto di vivere nel martoriato Paese africano fin dagli anni Ottanta. All’attracco mortale, secondo le forze di sicurezza locali, avrebbero preso parte una ventina di jihdisti, in un agguato avvenuto sulla strada che riportava padre Padre Antonio al suo villaggio da Lomé, in Togo, dove aveva partecipato ad una riunione: illesi i due confratelli che viaggiavano insieme a lui. Antonio César Fernández era nato a Pozoblando, in Spagna, nel 1946: è il primo sacerdote ucciso nel 2019.
La notizia riaccende l’attenzione sul Burkina Faso, ex colonia francese dove la violenza jihadista dilaga senza controllo, al punto da far dichiarare al governo lo stato di emergenza per numerose province. Pochi giorni fa, l’African Center for Strategic Studies ha rivelato che nel 2018 il numero delle vittime per atti terroristici nella zona del Sahel, è stato di 1.082, il doppio dell’anno precedente. Il Foreign Office britannico, sul suo sito, è stato molto chiaro riguardo alla pericolosità del Burkina Faso: “Chiunque sia presente nel paese per turismo, attività umanitarie, giornalismo o affari, è visto come un potenziale obiettivo per sequestri a scopo terroristico o di riscatto. Qualsiasi precauzione possa venire messa in atto, non riuscirà a mitigare questo altissimo rischio”. Dello stesso tenore la Farnesina: “Si sconsigliano viaggi a qualsiasi titolo nel Burkina Faso”. I sequestri di persona, come gli omicidi, sono all’ordine del giorno: nel gennaio scorso è stato rapito e giustiziato Kirk Woodman, un ingegnere canadese responsabile delle miniere bourkinabè e vicepresidente della “Progress Minerals”. Nelle mani di terroristi o bande armate restano tutt’oggi Kenneth Elliot, medico australiano sequestrato nel 2016, e l’italiano Luca Tacchetto, scomparso a metà dello scorso dicembre insieme alla fidanzata canadese Edith Blais. Sul caso dei due giovani, il primo ministro Trudeau aveva affermato di aver avuto notizia che la ragazza fosse viva, ma un altro mese di silenzio è trascorso senza nessuna novità di rilievo.