Francesco Cassardo (nella foto al centro, tra i fratelli Stefano e Irene), trentenne medico di Rivoli (Torino) precipitato per centinaia di metri nella discesa con gli sci, assieme all’alpinista torinese Cala cimenti, dal Gasherbrum VII, in Pakistan, è ora ricoverato in ospedale a Kardu. La Farnesina ha precisato che le sue condizioni sono meglio di quanto i medici si aspettassero, nonostante fratture multiple. Il team che l’ha soccorso, e che fatto un piccolo miracolo, dopo due notti trascorse con il ferito a 6300 mt, ringrazia i bravissimi piloti pakistani che, in una pericolosa zona di confine con l’India, hanno rischiato la propria vita per salvare l’alpinista italiano. Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2Cnr, che da Bergamo ha seguito passo dopo passo l’intervento per portarlo in salvo. Tra i soccorritori anche Denis Urubko, alpinista russo con residenza a Nembro, Bergamo.
Cassardo è cosciente, «Francesco è in ospedale, siamo in attesa dell’esito degli accertamenti. Ho contattato al campo base Denis Urubko, alpinista russo che per noi è ormai un bergamasco acquisito, visto che vive a Nembro con lui erano al campo il canadese Don Bowie e Marco Confortola, che aveva raggiunto il Gasherbum II alcuni giorni fa. Con Denis sono partiti anche altri due alpinisti polacchi . Un grande gesto di solidarietà alpinistica, un grande gesto di umanità. Il cuore e le gambe di Urubko sono stati più rapidi e più forti degli elicotteri». Senza il loro intervento, Francesco forse non ce l’avrebbe fatta. Una storia che testimonia il vero spiro della montagna.
L’utimo aggiornamento dalla pagina Facebbo di Cala Cimenti
“"La tac non evidenzia nessun trauma alla colonna cervicale, nessun trauma all'addome e nessun versamento, nessun trauma e versamento al cervello. Ha una frattura ad un polso e forse al gomito. Forse anche qualche dito. Ci sono congelamenti alle dita delle mani e al naso. Se è in grado di volare domani mattina potrebbero spostarlo a Islamabad."
Francesco è una roccia, siamo tutti stupiti e commossi dalla sua resistenza e dalla capacità di lottare. Domani i genitori di Fra partiranno per il Pakistan per riabbracciarlo e dargli il sostegno di cui ha bisogno.
"Contiamo di riportarlo a casa al più presto" scrive Irene, la sorella.