Fino al luglio scorso, circa 9.762 chilometri quadrati di foresta pluviale sono andati persi in appena 12 mesi: è quanto rivela un comunicato dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale, con un aumento del 29,5% rispetto ai 12 mesi precedenti. È il più alto tasso di perdita dal 2008.
L’aumento della deforestazione ha subito una profonda accelerazione da quando il paese è sotto la guida del presidente Jair Bolsonaro, eletto nell’ottobre 2018.
Bolsonaro è stato criticato da tutto il mondo per aver fatto molto poco nel tentativo di proteggere la foresta pluviale amazzonica, rifiutando persino 20 milioni di dollari di aiuti esteri per aiutare a combattere gli incendi giunti durante il vertice del G7 in Francia.
I rapidi tassi di deforestazione sono un “risultato diretto della strategia attuata da Bolsonaro per smantellare il Ministero dell’Ambiente”, secondo un comunicato stampa dell’Osservatorio sul clima, una rete brasiliana di organizzazioni a difesa dell’ambiente.
“Il livello di deforestazione è lontano da quello che volevamo, ma è anche lontano dai numeri a tre cifre che sono stati riportati”, ha sminuito il ministro brasiliano dell’ambiente Ricardo Sales in una conferenza stampa. Secondo lui, i crescenti livelli di deforestazione sono causati da attività illegali come il pascolo del bestiame, l’agricoltura, il commercio del legno e l’estrazione mineraria illegale. Il ministro ha aggiunto che il paese ha bisogno di “un’alternativa economica sostenibile per quella regione dell’Amazzonia” per fermare l’aumento dei livelli di deforestazione.
L’agenzia brasiliana di ricerca spaziale si riunirà mercoledì per discutere le strategie per combattere la deforestazione in Amazzonia.