Giorni fa, Fani si è mostrato in tutta la sua minacciosa potenza soffiando venti pari a 190 km/h e raffiche che in alcune zone hanno superato i 200. Dovrebbe colpire lo stato di Odisha a partire da venerdì pomeriggio.
Potenzialmente, avvisano le autorità, Fani è stato classificato come “tempesta ciclonica di massima intensità”: oltre all’esercito, che guida le operazioni via terra bussando di porta in porta e al momento ha allestito circa 900 rifugi attrezzando anche scuole ed edifici pubblici per accogliere gli sfollati, la Guardia Costiera e la Marina hanno dispiegato navi ed elicotteri per operazioni di soccorso e salvataggio.

Ameya Patnaik, assistente del “National Disaster Response Force” (NDRF) di Odisha, ha raccontato che “Alla popolazione viene detto cosa portare con sé e le precauzioni da prendere se intendono rimanere”. Le evacuazioni sono iniziate anche nella vicina Andhra Pradesh, mentre ai cittadini di West Begal sono stati allertati e i pescatori avvertiti di non avventurarsi in mare per nessun motivo.
Al momento, Fani si trova a circa 270 km al largo della costa indiana: tra lunedì e martedì si è rafforzato rapidamente diventando più minaccioso, fino a toccare il livello 4 nella scala dei cicloni, e si muove attraverso il golfo del Bengala, dove si è generato, seguendo la costa.
Una minaccia che ricorda quella di “Nargis”, il ciclone tropicale che colpì le stesse zone nel 2008 con venti superiori a 200 km/h e inondazioni che allora sono costate la vita a più di 100mila persone. Allo stesso modo, si prevede che Fani scatenerà ondate di grandi dimensioni che si abbatteranno sulla costa e un’enorme caduta di pioggia di forte intensità che potrebbe portare a inondazioni devastanti. Se il vento cambiasse, Fani potrebbe toccare terra più a nord, sfiorando anche il Bangladesh.

Fani è solo il primo ciclone tropicale dell’anno nell’Oceano Indiano settentrionale. La stagione non ha un inizio e una fine ben definita come quella atlantica, ma ha due periodi principali di attività: da fine aprile a inizio giugno e da ottobre a novembre, entrambi precedenti e immediatamente successivi alla stagione dei monsoni.