Sono drammatici e preoccupanti, i calcoli del Ministero della Salute francese: le due ondate di calore intenso che hanno colpito il Paese fra il 24 giugno ed il 7 luglio e dal 21 al 27 luglio, hanno causato la morte di 1.500 persone.
Lo afferma il dicastero in un comunicato stampa diffuso in queste ore in cui secondo alcuni studi, il tasso di mortalità durante i due momenti più caldi dell’estate risulta superiore del 9,1% rispetto al solito.
Gran parte dell’Europa han dovuto fare i conti con temperature record, ma è proprio in Francia che si è registrata la temperatura più alta del vecchio continente - 45,9 gradi Celsius - un picco raggiunto il 28 giugno a Gallargues-le-Montueux, piccolo centro di 3mila abitanti del Gard, nella regione dell’Occitania.
Gli esperti temono che ondate di calore come queste, spinte dall’aumento delle temperature causato dalle emissioni di gas serra, potrebbero diventare la normalità per le estati europee. Gran parte del continente non è attrezzata per far fronte al calore estremo: secondo un rapporto del 2017 meno del 5% delle famiglie europee dispongono di aria condizionata e i trasporti pubblici rischiano lo stop a causa del caldo intenso.
Le fasce anziane della popolazione sono le più vulnerabili: le stime del Ministero della Salute francese parlano di 974 persone con più di 75 anni decedute a causa della calura estiva. Fra le vittime altre dieci persone che lavoravano all’aperto: otto durante la prima ondata e due nella seconda.
La Francia ha già vissuto ondate di calore mortali: episodi simili si erano verificati durante le estati del 2015 e del 2018, con un aumento dei tassi di mortalità rispettivamente del 10,1% e del 15%.