È diventata celebre perché ogni venerdì dal 20 agosto dello scorso anno, immancabilmente, Greta Thunberg marinava la scuola per sedersi davanti al “Riksdag” di Stoccolma. E il suo “Skolstrejk för klimatet” (sciopero scolastico per il clima), ha finito per fare proseliti in tutto il mondo, trasformandola in una delle più seguite attiviste per lo sviluppo sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici.
Ma ora, osannata in tutto il mondo, la 16enne svedese è così oberata da impegni in ogni angolo del pianeta, da vedersi costretta a rinunciare ad un anno di scuola. Appoggiata dai genitori fin dall’inizio della sua battaglia, Greta il prossimo settembre sarà a New York per il summit sul clima previsto a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, quindi è attesa in Cile per fine anno alla Conferenza del Clima. Viaggi che, come sempre, Greta affronterà evitando l’aereo.
A rivelare la decisione è stata l’agenzia di stampa “DPA”, anticipata qualche giorno fa dal quotidiano “Dagens Nyheter”, a cui Greta aveva dichiarato che “Il 2020 è l’anno in cui dobbiamo far scendere le emissioni, se vogliamo mantenere il riscaldamento globale fra 1,5 e 2 gradi”.
Ma sul suo conto e sulla sua campagna “Fridays for Future”, qualcuno inizia a dubitare che ci siano manovra e interessi economici consistenti. Andreas Henriksson, un giornalista svedese, lo sciopero di Greta non sarebbe altro che una parte della strategia pubblicitaria per lanciare “Scenes from the Heart”, il libro della mamma, la cantante d’opera Malena Ernman. Motore dei piani di marketing sarebbe Ingmar Rentzhog, guru della pubblicità e fondatore della start-up “We Do not Have Time”, che grazie all’appoggio di Greta avrebbe messo in piedi una campagna crowdfunding dagli esiti milionari.