Una folla oceanica che idealmente attraversa il pianeta: sono le ciclopiche proporzioni di “Fridays For Future”, la manifestazione che va in scena oggi in tutto il pianeta, ispirata dall’attivista svedese Greta Thunberg, una sedicenne capace di mettere sull’attenti i potenti del mondo riuniti all’Onu e di chiamare a raccolta una generazione intera. È il secondo appuntamento, dopo quello di venerdì scorso che aveva già riempito le piazze di 130 paesi diversi, dagli Stati Uniti all’Australia, con 4 milioni di persone decise a chiedere di salvare il pianeta con urgenza dai rischi che incombono sul futuro di tutti.
In Italia sono 160 le città che hanno aderito allo sciopero per il clima: i cortei pacifici, in linea di massima concentrati fra le 10 e le 13, si sviluppano per lo più nei centri cittadini. L’anomalia italiana, diventata anche un motivo di polemica politica, è la speciale “dispensa” concessa dal ministro dell’istruzione Lorenzo Fieramonti, che ha inviato una circolare a tutti i presidi d’Italia invitandoli a non considerare fra le assenze la mancanza degli studenti in classe. Fra tutti, ha fatto ancora di più Maria Grazia Lancellotti, preside del classico “Orazio” di Roma, che ha chiuso l’istituto per “stato di emergenza climatica ed ecologica”.
Il movimento Fridays for Future Italia, che riunisce 173 gruppi attivi, ha ringraziato il ministro Fieramonti per l’appoggio, ribandendo richieste precise: “Aumento dei fondi alla scuola, all’università e alla ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici 100% sostenibili. Rivedere i programmi scolastici per evidenziare le tragiche conseguenze dell’uso dei combustibili fossili, interrompere le collaborazioni con le aziende che non abbiano un piano di decarbonizzazione totale entro il 2025 e un piano esplicito di bonifiche e risarcimento danni. Il banner del ministro non ci basta: vogliamo azioni concrete per fermare il cambiamento climatico partendo da scuole e università”.
Alla manifestazione, oltre alle associazioni ambientaliste e a diverse rappresentanze politiche (poco gradite dalle piazze), hanno aderito anche i sindacati, dichiarando lo sciopero del comparto scuola.