
Più di una volta, Greta ha messo tutti con spalle al muro, tirando fuori da quell’aria da ragazzina frasi che continuano a scuotere il pianeta e strattonano le coscienze di chi si ostina a non decidere niente. Greta l’ha fatto dagli scranni del Parlamento Europeo di Buxelles, ospite del “Rise for Climate”, e ha fatto sentire la sua voce anche al “Rebellion Extinction” del 31 ottobre scorso a Londra. Il 4 dicembre Greta è stata l’ospite più atteso a margine del “COP24”, ennesimo incontro voluto dalle Nazioni Unite, questa volta a Katowice, in Polonia. Usando poche parole, taglienti come lame, Greta ha messo tutti in riga: “Voi parlate soltanto di un’eterna crescita economica e di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno, preferite lasciare questo fardello a noi bambini. La sofferenza di troppe persone paga il lusso di pochi, e se è impossibile trovare soluzioni all’interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema”.

Un impegno che tre parlamentari svedesi hanno deciso di premiare, proponendo Greta al premio Nobel per la pace. “Abbiamo candidato Greta perché la minaccia del clima è una delle principali cause di guerre e conflitti, ha commentato André Ovstegard, uno dei parlamentari firmatari della proposta.
Il nome di Greta Thunberg è esploso il 20 agosto 2018, quando decide di saltare le lezioni a scuola fino alle elezioni del 9 settembre successivo per piazzarsi davanti al “Riksdag”, il parlamento di Stoccolma, la sua città. Niente urla, niente lacrimogeni, niente polizia: Greta si è seduta e ha tirato fuori un cartello “Skolstreik för klimatet” (sciopero della scuola per il clima). Chiedeva ai governanti di casa sua un impegno per ridurre le emissioni di carbonio, così come previsto dalla conferenza sul cambiamento climatico di Parigi, rimasta per lo più una dichiarazione d’intenti. Non è stato così per Greta, che da allora ha saltato tutti i venerdì, anche dopo le elezioni, continuando a starsene seduta lì, mentre intorno a lei ogni volta aumentava la folla di giornalisti e gente che le diceva brava, non mollare, siamo con te. La sua scelta, così semplice da diventare devastante, è stata da esempio per centinaia di giovanissimi che l’hanno imitata in mezzo mondo, dai Paesi Bassi alla Germania, dalla Finlandia alla Danimarca e perfino più in là, come in Australia. Una scelta che ha attraversato il pianeta in modo così deciso da far nascere “Friday for Future”, un movimento studentesco che oggi ha migliaia di simpatizzanti in tutto il mondo.
Greta Eleonora Thunberg Ernman nasce a Stoccolma il 3 gennaio 2003: è la figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg, costretti dalla loro bimba a diventare vegani. Ma Greta non si scompone, neanche il Nobel o la popolarità la scalfiggono: sul suo sito si definisce semplicemente “Un’attivista di 16 anni con la sindrome di Asperger”.