I neri e gli ispanici USA sono esposti in modo sproporzionato all'inquinamento atmosferico causato principalmente dal comportamento dei consumatori dei bianchi negli Stati Uniti. I ricercatori lo chiamano "disuguaglianza di inquinamento" (l'iniquità riguarda le differenze ingiuste ed evitabili e quindi è diversa dall'ineguaglianza che può semplicemente descrivere i risultati diseguali). Lo raccanta il Guardian e altri media USA. L'esposizione all'inquinamento atmosferico è importante; è il maggiore fattore di rischio per la salute ambientale negli Stati Uniti, con un totale di circa 100,00 morti all'anno. A marzo, Christopher W Tessum e i suoi colleghi di ingegneri ed economisti hanno cercato di quantificare queste differenze in uno studio pubblicato negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze. Molte analisi di impatto ambientale si concentreranno su chi inala l'inquinamento (le comunità più povere, spesso situate vicino alle centrali a carbone) o altri emettitori (le centrali elettriche o le fabbriche stesse) piuttosto che guardare ai singoli consumatori che richiedono i prodotti che producono le emissioni. Questo studio ha adottato un approccio diverso studiando il consumo personale, dal consumo agricolo all'uso di veicoli diesel.
Il team ha scoperto che i bianchi e le persone di altre razze hanno un'esposizione all'inquinamento atmosferico inferiore di circa il 17% rispetto a quella causata dal loro consumo. I neri e gli ispanici inalano rispettivamente il 56% e il 63% di esposizione in eccesso rispetto al loro consumo. I ricercatori hanno misurato il particolato fine (descritto come PM2.5), che sono piccole particelle più strette di un capello umano che possono essere facilmente inalate che si depositano in profondità nei polmoni. Le particelle possono causare problemi cardiovascolari, aggravare condizioni preesistenti come l'asma e aumentare la mortalità per cancro, ictus e malattie cardiache. Negli ultimi anni, queste emissioni negli Stati Uniti sono diminuite grazie in parte alle regole dell'aria pulita, ma le disuguaglianze rimangono.