Altro che offerte e formule scontate: la “KLM”, compagnia di bandiera ha stupito tutti, lanciando l’operazione “Flight Shame”, letteralmente, la vergogna di volare. Si tratta di un’iniziativa orgogliosamente lanciata da Pieter Elberst, ad della KLM, che ha in mente un’aviazione civile sostenibile e responsabile. In pratica, si chiede ai passeggeri di volare solo se strettamente necessario, altrimenti di scegliere altri mezzi di locomozione, meno invasivi per l’ambiente. La nota del dirigente della KLM è stata inviata anche alle compagnie aeree concorrenti, invitandole ad aderire al “carbon offset”, la scelta degli olandesi di optare per carburanti bio.
“Volare è un’esperienza straordinaria che ha cambiato il mondo. Quando abbiamo cominciato, cent’anni fa, la nostra più grande preoccupazione riguardava la sicurezza: dell’impatto ambientale sapevamo poco. Oggi sappiamo invece che l’aviazione ha un’altra grande responsabilità: assicurarsi che i nostri figli abbiano un mondo da esplorare, esattamente come è stato per noi”.
L’idea però non è frutto della svolta ecologista della KLM, ma è nata temo prima in Svezia per opera dell’ex biatleta Bjorn Ferry, artefice di un movimento per boicottare i viaggi aerei, accusati di aumentare le emissioni di CO2che ammorbano l’aria. A Ferry si sono uniti altri sportivi, artisti e intellettuali come Malena Ernman, la mamma di Greta Thunberg, dando corpo, forma e visibilità al movimento.
A dover fare i conti con l’ondata di condanna, ormai troppo cresciuta per essere ignorata, è stata la IATA (international Air Transport Association), che del Flight Shame ha discusso durante l’incontro annuale, arrivando alla conclusione che è necessario ridurre in fretta di almeno il 2,5% le emissioni di CO2, dotandosi anche di aeromobili sempre più leggeri e puliti.
Ma c’è già chi si muove in proprio, promuovendo il boicottaggio aereo con incentivi: i tedeschi della “Weiber Wirtschaft” hanno ideato #stayontheground, un hashtag che è una sorta di regalo per i dipendenti che dimostrano di aver viaggiato evitando l’aereo: un giorno in più di ferie.