“Signori si chiude: grazie di tutto, ci vediamo il prossimo anno”. Se la Terra potesse parlare, questo sarebbe il messaggio diffuso oggi: il 29 luglio è l’Overshoot Day, il giorno in cui il pianeta in cui viviamo ha esaurito le sue risorse naturali. Una data che si avvicina sempre di più: nel 1971 era scattata il 21 dicembre, scendendo al 12 novembre appena dieci anni dopo: arriva all’11 ottobre nel 1991 e il 23 settembre nel 2001, fino ad arrivare al 5 agosto nel 2011. Lo scorso anno era stata calcolata per il 1° agosto, quest’anno facciamo ancora meglio.
È il calcolo drammatico dei giorni dell’anno di biocapacità iniziato negli anni Settanta per opera del “Global Footprint Network”, che racconta di quanto consumiamo sempre più velocemente la capacità rigenerativa del pianeta: acqua, cibo, fibra, legno e assorbimento di anidride carbonica. Andando avanti di questo passo, nel 2050 sarà superata la soglia del doppio dei consumi rispetto a quanto la Terra riesce a produrre.
Per essere perfetti, la data dovrebbe essere il 31 dicembre di ogni anno, mentre gli scienziati spiegano la scelleratezza del genere umano con un esempio illuminante: è come se dessimo fondo alle risorse naturali di due pianeti.
Fra i più spreconi gli Stati Uniti, dove ogni cittadino spreca quasi 100 kg di cibo ogni anno e le emissioni di combustibili fossili sono enormemente alte. Nella classifica dei peggiori anche il Giappone, la Svizzera, la Gran Bretagna, la Cina e l’Italia: secondo le stime della Global Footprint Network il nostro paese quest’anno ha esaurito le proprie risorse naturali il 15 maggio.