“Per favore, non buttate droga e farmaci negli scarichi di casa”: questa vicenda inizia con un accorato appello della polizia di Loretto, Lawrence County, Tennesse, dove si moltiplicano i casi dei “meth-gator”. Li hanno chiamati così, ma sono tutt’altro che uno scherzo: decine di casi di alligatori trovati positivi alla metanfetamina, una droga dispersa nelle acque in cui vivono. Un pericolo, sottolineano le autorità, perché rende potenzialmente più aggressivi gli animali, con conseguenze potenzialmente drammatiche.
Il caso è emerso nel corso di un’operazione dei nuclei antidroga, che hanno beccato uno spacciatore mentre tentava di disfarsi degli stupefacenti gettandoli nello scarico. Una prassi comune, che ha fatto scattare l’allarme: “Gli addetti alle fognature fanno un grande lavoro per garantire la qualità dell’acqua, ma non sono in grado di purificarla dalla presenza di metanfetamine e altre droghe. Anatre, oche, e altri animali sono assidui frequentatori di stagni e corsi d’acqua e rabbrividiamo pensando agli effetti della metanfetamina sul loro organismo”.
Una tesi smentita da Kent Vliet, biologo a capo dei laboratori del dipartimento di biologia dell’Università della Florida, che malgrado studi da anni il comportamento degli alligatori, ammette che la notizia rappresenta una novità assoluta: “Lavoro con gli alligatori da 40 anni e in genere sono in grado di rispondere a qualsiasi domanda sulle loro abitudini. Ma questa volta no”.
Vliet ha raccontato di uno studio a cui ha partecipato, in cui agli alligatori sono state iniettate dosi di antibiotici, per studiarne gli effetti. “Potenzialmente non è sbagliato: potrebbero essere vittima delle droghe disperse nelle acque, ma sono animali che non reagiscono ai farmaci nello stesso modo di noi umani, e non so quanto tempo ci vorrebbe per trasformare un alligatore in un dipendente dalla metanfetamina”.