Un uomo-mummia sarebbe sopravvissuto un mese nella tana di un orso che lo aveva catturato senza ucciderlo poiché voleva conservare la sua carne come riserva alimentare durante il letargo. I media russi ne hanno rivelato solo il nome, Alexander: è gravemente ferito e con la spina dorsale rotta. Lo hanno salvato i cani da caccia di una squadra di cacciatoril nella remota regione russa di Tuva. Un miracolo che sia sopravvisuto. Ridotto a una scheletro, ha bevuto la sua urina per impedire la disdratazione. "L'orso mi ha conservato come cibo”, ha spiegato. Ha gravi lesioni e tessuti già in decomposizione, dopo essere rimasto sdraiato e immobile per giorni e giorni.
Gli orsi bruni nascondono le prede durante il periodo del letargo. Ma la Louise Gentle, docente alla Nottingham Trent University, ha raccontato al Sun che si tratta di un caso molto raro: raramente un plantigrado sceglie un essere umano. “E' possibile che l'uomo in qualche modo si sia opposto all’animale, forse aveva dei cuccioli nelle vicinanze e li proteggeva”. Tuva si trova nella Siberia meridionale, a circa 2.500 km a est di Mosca, al confine con la Mongolia.
Oltre all'accoppiamento e alla cura della prole, gli orsi bruni conducono una vita relativamente solitaria, trascorrendo la maggior parte del loro tempo a caccia di cibo: conosciuti anche come "grizzly", sono onnivori: mangiano un mix di piante, bacche, pesci e mammiferi. Il letargo inizia a dicembre, l'orso bruno entra nella sua tana e vi resta per sei mesi, vivendo delle sue riserve di grasso e del cibo che ha raccolto e sistemato nelle vicinanze della sua tana.