Il celebre dipinto di Basquiat, “L'angelo maledetto”, potrà tornare al suo legittimo proprietario. Valutato tra i 20 e i 25 milioni e certificato da un perito del tribunale di Roma come autentico, realizzato da Jean-Michel Basquiat, graffitista americano di origini portoricane, amico di Andy Warhol. Il proprietario dell'Angelo, Sergio Rossi, aveva presentato denuncia in procura dopo che nel corso di una mediazione ne aveva perso le tracce. Le ultime portavano a New York, ma “L'angelo maledetto sembrava davvero svanito nel nulla".
Skipper di fama internazionale che per tutta la vita ha accompagnato i vip di mezzo mondo in mare, Sergio Rossi, 67 anni, aveva sognato di sistemarsi per il resto dei suoi giorni riuscendo a venderlo. Quel quadro gli era stato donato da un'amica di famiglia. Al tempo però, forse perché ne ignorava il reale valore, era finito in cantina. Quando finalmente si è reso conto del tesoro che aveva in casa, ha cercato di venderlo. I mediatori – che lo avevano agganciato grazie a un amico – hanno iniziato a fargli una serie di richieste: in primis aprire un conto in una banca croata, la “Addiko Bank” di Opatija - per movimentare il denaro di una futura vendita. Quindi lo hanno disorientato, portandolo in giro per l'Europa. Lo hanno hanno fatto soggiornare in un hotel a cinque stelle a Salisburgo, dietro la casa di Mozart: lui e i due mediatori italiani, un tal Luca e una certa Silvia, di cui nessuno però conosceva il cognome. Proprio qui Sergio Rossi ha conosciuto un gallerista che si è fatto carico di fargli avere un'expertise dalla sorella di Basquiat, che vive in America. Ed è stato allora che il quadro è svanito nel nulla.
A smuovere le cose, almeno così era sembrato, era stata la denuncia presentata in procura a Torino e a cui aveva fatto seguito una telefonata dei mediatori: “Te lo portiamo, tranquillo. Adesso la sorella dell'autore farà una perizia sulla tela per verificare che sia originale e nel caso procederemo con la vendita”. Fino a qualche tempo fa però del dipinto non si avevano più avuto notizie. Il fascicolo era stato affidato al pm Giuseppe Riccaboni. Ed è stata proprio la pg della procura di Torino a individuare il quadro e a portarlo a casa. Per sincerarsi della sua autenticità è stata richiesta una perizia al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, guidato dal tenente colonnello Silvio Mele. Una volta accertata il quadro potrà tornare nelle mani del suo legittimo proprietario. Una truffa architetta ad hoc, uno scenario che ricorda molto da vicino il film “La migliore offerta”.