L’arte moderna è per sua stessa definizione astrusa, elitaria, lontana: in una sola parola, incomprensibile. Difficile, per i meno avvezzi, trovare un’espressione artistica in un orinatoio o in lungo grissino speso fra due sedie. Eppure è arte e va accettata così, ancora prima di essere capita.
Tutto questo per raccontare un curioso e divertente episodio accaduto qualche giorno fa al “SFMOMA”, acronimo di “San Francisco Museum of Modern Art”, un’esposizione inaugurata nel 1935 e oggi ospitata al 151 di Third Street, nella zona di Yerba Buena, ai piedi del “Pacific Bell Building”. All’interno sono racchiusi oltre 26mila pezzi fra dipinti, sculture e fotografie di arte moderna, fra cui opere di Andy Wharol, Jackson Pollock, Clyfford Still, Henri Matisse, Paul Klee, Marcel Duchamp, Ansel Adams e Daido Moriyama.
Manca solo il nome di TJ Khayatan, forse perché non si tratta di un artista, o meglio non ancora: TJ è un 17enne che, in visita fra le stranezze del SFMoma ha pensato di mettere in pratica un esperimento social-artistico: ha posato i suoi occhiali a terra, contro un muro disadorno. Poi si è allontano e ha aspettato la reazione della gente, che non si è fatta attendere.
In tanti, come testimoniato da foto e video diventati virali, hanno scambiato il paio di comunissimi occhiali da vista graduati per un’opera d’arte ideata da chissà chi, sicuramente un artista che con quell’opera ha voluto lanciare un forte messaggio verso la cecità con cui il genere umano affronta le sfide di questi anni. In tanti, soprattutto giapponesi – va detto – si sono inginocchiati per meglio fotografare il paio di occhiali, finendo per raccontare che solo così l’opera e il suo messaggio recondito si gustano appieno.
Non è la prima volta che oggetti finiti per caso all’interno di musei scatenano reazioni nei visitatori, o che al contrario, installazione di arte moderna siano scambiate per rifiuti. È accaduto al “Museion” di Bolzano, dove un’addetta alle pulizie ha spazzato via un ammasso di bottiglie e bicchieri di plastica pensando al pic-nic di una scolaresca maleducata assai.