MARIA LOPEZ
“Non tirate fuori la storia del 2016. Non eravate lì e non sapete nulla di cosa è successo e come sono andate le cose. Inoltre ora è tempo di pregare e stare vicino alle famiglie non di esprimere opinioni, sentenze, anatemi, minacce o mandarmi messaggi di odio e maledizioni. Non aiutano e non cambiano la situazione ed io non ho voglie di polemiche. Scannatevi su un altro profilo non il mio per cortesia”. Può sembrare incredibile ma anche in un momento tragico come questo, quando ci sono alpinisti che stanno rischiando la vita in un ultimo estremo tentativo di capire cosa è accaduto sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat, gli “alpinisti da tastiera”, al caldo dei loro salotti, continuano ad attaccare Il grande rocciatore bergamasco. E’ vero, bel 2016, quando lui e altri conquistarono il Nanga in inverno ci furono dissapori con Daniele Nardi; quando poi c’è l’emergenza l’alpinismo torna ai suoi valori fondanti. E Moro, in più occasioni, ha espresso tutta la sua vicinanza a Daniele, Tom e alle loro famiglie e segue con apprensione l’evolversi della situazione. Gli insulti e le polemiche contro l’alpinista bergamasco non si contano più, sui suoi profili social. Non vale la pena nemmeno di riportarne il contenuto nè il senso.
Anche il basco Andrè Txikon (nella foto) aveva avuto più di un contrasto con Daniele, un uomo vero, che se deve discutere lo fa in modo diretto e non dietro le spalle, ma oggi l’alpinista basco sta sfidando, con altri due colleghi pachistani, le valanghe e le insidie della parete del Mummery, per trovare le tracce dei due dispersi da domenica. Stanno mettendo a rischio la loro vita. Purtroppo senza risultati, per ora. Hanno trovato, al campo 2, la tenda di Daniele e Tom, con alcuni effetti personali, ma niente di più. Nessuna traccia anche nel tratto tra il campo 3 e il campo 4, a oltre 6 mila metri che sarebbe stato raggiunto prima di interrompere le comunicazioni con la base. Domani, sempre a bordo degli elicotteri dell’Esercito pakistano, il team di soccorritori, di cui fa parte anche un medico, riprenderà le ricerche.
Ecco la nota di oggi: “Alex Txikon pochi minuti prima delle 11, ora italiana, ha chiamato per informare che era nei pressi di campo 1, in discesa. In mattinata la sua squadra aveva raggiunto il plateau di seracchi sopra campo 2, a 300 metri in linea d’aria da campo 3. Con loro avevano i droni con i quali hanno provato in tutti i modi ad esplorare ogni possibilità sul terreno che potesse segnalare una traccia della presenza di Daniele e Tom, riuscendo a farne volare uno fino a 6500 metri di quota. Un drone è stato perso durante la perlustrazione. Ma non è stato visto nulla. Nemmeno campo 3.
La temperatura molto bassa sulla parete Diamir e il rischio elevato di caduta di valanghe non hanno consentito al gruppo di raggiungere a piedi campo 3. Per gli stessi motivi si è deciso di non proseguire nelle ricerche e di rientrare al campo base che è stato raggiunto nel pomeriggio. Le relazioni dettagliate di Txikon alla famiglia e al Gruppo di ricerca hanno consentito di valutare un’ulteriore ricognizione nella giornata di domani con obbiettivo principale l’esplorazione della zona della via Kinshofer, la via di salita e discesa maggiormente percorsa e normalmente attrezzata con corde che rimangono infisse in parete, che potrebbe essere stata scelta dai Nardi e Ballard per la discesa. La speranza rimane accesa e si affida alla generosità di Alex e del gruppo di amici che stanno operando al Nanga Parbat. Ringraziamo anche i tanti amici che in questo momento stanno dimostrando tutto il loro affetto alla famiglia di Daniele”.
Per sapere qualcosa di più di Daniele, chi è veramente questo alpinista nato in pianura, bisogna leggere questo servizio dell’amico Dario Ricci sul Sole24ore.
https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-03-04/tra-ricordi-e-progetti-scoperta-daniele-nardi-alpinista-e-amico-183421.shtml?uuid=AB9KcWaB&fbclid=IwAR302u74Ru0lmQqLyCFeEHGq4i0BH8vI4RdUENKdq0voscn0Zo9BUojD4h8