Ventisette milioni di dollari, 10 in più delle già rosee previsioni della casa d’aste “Bonahms”: è quanto ha fruttato la vendita all’incanto di 25 hypercar sequestrate a Teodoro Nguema Obiang Mangue, degno figlio di cotanto padre, Teodoro Obiang, da 40 anni presidente della Guinea equatoriale, paese che può contare su diversi giacimenti di petrolio, ma la cui popolazione vive in povertà assoluta.
Il garage da sogno del rampollo è parte di un sequestro ordinato dalle autorità svizzere, giunto al termine di un’indagine per riciclaggio, abuso di beni sociali, appropriazione indebita, abuso di fiducia e corruzione. I suoi capricci da miliardario sfaccendato e grande appassionato di motori comprendevano una “LaFerrari”, modello in edizione limitata aggiudicato per 2,2 milioni di dollari, una Lamborghini “Veneno”, uno dei nove esemplari prodotti per celebrare il 50° anniversario del marchio di Sant’Agata Bolognese, venduta per 8,3 milioni di dollari contro una stima prudenziale di 5,1. Ancora una “Koenigsegg One:1” da 1.300 CV, prodotta in soli sette esemplari, che ha raggiunto i 4,6 milioni di dollari, il doppio di quanto previsto. Nella collezione anche una “McLaren P1” venduta per 1,1 milioni di dollari, una Aston Martin “One-77” (1,5 milioni di dollari), una Bugatti “Veyron”, messa all’asta per 1,3 milioni di dollari e una Rolls-Royce “Silver Spur” blindata. Parte del denaro sarà destinato alle popolazioni della Guinea.
Il sequestro delle vetture è avvenuto nel 2016 in un’area cargo dell’aeroporto di Ginevra, dopo l’avvio di un procedimento penale ai danni di Obiang. Lo scorso febbraio la chiusura dell’inchiesta e l’avviso dell’asta, che secondo la legge elvetica può essere evitata se l’imputato è disposto a risarcire per intero la somma contestata.
La vita senza limiti e senza freni di “Teodorin” è spesso finita sotto la lente delle autorità di numerosi paesi. Considerato un bon-viveur capace di spendere 700 mila euro per un week-end in Sudafrica, è stato definito da un ex maggiordomo con tre sole parole: “alcol, puttane e Coca-Cola”. Laureato in California, anche se con il sospetto che il titolo sia stato acquistato, ha fondato un network televisivo e un’etichetta discografica, abbandonati per dedicarsi al ministero all’agricoltura e ai boschi su nomina di papà.
Nel 2017, il figlio del presidente è stato condannato a tre anni di carcere da un tribunale francese per appropriazione indebita: aveva acquistato un palazzo nel centro di Parigi, un jet privato e la flotta di auto di lusso utilizzando fondi prelevati dalle casse del suo paese. Prima di allora, Obiang aveva accettato un patteggiamento da 30 milioni di dollari per risolvere le accuse del governo americano di aver usato fondi della Guinea Equatoriale per acquistare una villa in California, un altro jet e una considerevole collezione di cimeli di Michael Jackson, fra cui il guanto bianco incrostato di cristalli usato dall’artista nel “Bad World Tour”. Lo scorso anno, le autorità brasiliane hanno sequestrato più di 16 milioni di dollari in contanti e orologi di lusso ad una delegazione guidata da Obiang.
Suo padre, il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che ha preso il potere con un colpo di stato del 1979, dopo la morte di Gheddafi è il capo di Stato più anziano ancora alla guida di un paese africano: ha nominato suo figlio come vicepresidente nel 2016. Nel 2006 “Forbes” l’aveva classificato all’ottavo posto fra i capi di stato più ricchi del mondo, il primo del continente africano.