Di Germana Zuffanti
Non c’è alcun dubbio: il 2020 è stato l’anno dell’ormai celebre e temibile Sars-Cov-2. Tutti, anche e soprattutto chi era abituato a pensare ai virus come semplici influenze stagionali, è stato costretto a familiarizzare con una realtà che ha letteralmente travolto il pianeta, trascinando termini come “pandemia” e “coronavirus”, statisticamente tra le più cliccate in rete nell’anno concluso da poco. Il 2021, al contrario, sarà l’anno della speranza, quello del vaccino che – si augurano tutti – metterà la parola fine all’incubo.Ma malgrado gli enormi sforzi e giganteschi balzi realizzati dalla comunità scientifica e dai colossi case farmaceutici, costantemente concentrati sulla ricerca della soluzione, c’è ancora un’ampia sacca della popolazione che, dietro i più svariati motivi, è scettica rispetto ai risultati forniti dalla scienza. Alcuni, in maniera patologica, arrivano perfino a negare l’esistenza stessa della malattia che ha mietuto milioni di vittime nel mondo.
È stato questo il punto di partenza per un webinar a sfondo scientifico che affrontasse gli studi legati all’introduzione e all’uso del vaccino in cui non si è dato sfogo alle ragioni del “no”, cercando di analizzare il meccanismo mentale che si cela dietro al cosiddetto “negazionismo”.
Quali sono le paure e i meccanismi mentali che alimentano l’ondata negazionista?
Sono alcuni degli interrogativi cui il 7 gennaio scorso hanno risposto il dottor Maurizio Montanari, psicoanalista e collaboratore de “Il Fatto quotidiano”, che sul suo profilo Facebook ha ospitato l’intervento del viceministro alla sanità Pierpaolo Sileri e del dottor Michele Garagnani, medico di famiglia. L’incontro, ideato dal dottor Montanari, è nato in collaborazione con il “Centro Libera Parola” e il “Centro di Medicina e Psicoterapia” di cui fanno parte Montanari e Garagnani, nonché con Pla ro Loco Vignola, “Vignolanimazione” ed “Infovignola”.
Tanti i temi trattati, dallo sguardo sulla situazione italiana inerente alla tempistica e la modalità di somministrazione dei vaccini durante la prima settimana dell’anno descritta dal professor Sileri, all’analisi scientifica del percorso medico di costruzione del vaccino a seguito di studi intensi e comunque non improvvisati.
Da tempo si vaccina tutta la popolazione, a partire dai più piccoli, ma ora ciò che più conta è il rispetto della “catena del freddo”, tanto importante da essere la condizione principale per il corretto utilizzo del vaccino stesso. Si è parlato di sforzi in termini numerici, di impiego del personale sanitario e dell’impegno umano e mentale che comporta una campagna di immunizzazione così massiccia da non avere precedenti. Obiettivo, dice il Vice Ministro Sileri, sarà vaccinare fino a tre quarti della popolazione, rassicurando anche sulle polemiche sollevate circa “l’obbligo vaccinale”, poiché in questo momento storico non ci sono a disposizione sufficienti dosi di vaccino per tutti. Alla domanda: quando si vaccinerà il cittadino comune che non rientra nelle fasce “a rischio?, il Viceministro ribadisce il rispetto delle tappe previste e suggerisce termini comunque brevi.
Ma perché si pensa che il virus sia arrivato all’improvviso a turbare le nostre vite? È vero che si tratta di una pandemia non prevedibile e che nessuno prima dell’anno scorso aveva studiato questa tipologia di virus? A questo ha risposto il dottor Garagnani, spiegando che in realtà si è replicato lo stesso meccanismo di altre zoonosi conosciute, dalla malaria alla spagnola, cioé il così detto salto di specie o “spillover”. I coronavirus sono conosciuti e studiati da tempo e alcune parti sono utilizzate anche per la creazione, ogni anno, dei vaccini antinfluenzali.
E allora perché tanti negano che esista un virus e che le terapie intensive siano piene di pazienti intubati?
Bisogna fare molta attenzione, spiega il dottor Molinari, perché il mondo del negazionismo è assai stratificato. Il negazionismo e la costruzione artificiosa di un nemico esterno hanno radici antiche: è stato Freud ad illustrare il fenomeno del diniego, una modalità antitetica al principio di realtà, indice di un atteggiamento psicotico che nega parte di quello che accade fuori dalla propria cerchia ristretta di relazioni. Quindi, a fronte di scettici che si possono giustificare, c’è un’orda di complottisti che sfiorano fenomeni psicotici o sociopatici, la vera piaga del momento storico che stiamo vivendo, in cui i social fanno da sfondo alla possibilità di manifestarsi e proliferare. Se la prima fase della pandemia è stata lo scenario del panico e dell’angoscia, adesso si è passati alla rassegnazione, che è terreno fertile per questi tipi di soggetti. Il dottor Montanari, citando una famosa scena del film “Nosferatu”, racconta: “È la nostra ultima cena, abbiamo la peste”, dice uno dei commensali seduti ad una tavola imbandita mentre invita una stupita Isabelle Adjani a banchettare con loro prima che il morbo li spazzi via.
Il tempo della disperazione spiana da sempre strade alle teorie dei negazionisti, pronti a gridare il loro odio contro la scienza. Per questo, l’arrivo del vaccino non segnerà, si spera, soltanto la fine di questa pandemia, ma ristabilirà anche il primato della scienza sul delirio della società.
Ed è proprio in questa fase, concludono i due relatori, che far parlare la scienza (in passato arroccata in posizione baronale rispetto alla gente comune) attraverso canali di comunicazione anche nuovi, come le televisioni ed i social, serve ad accrescere consapevolezza e conoscenza dei progressi quotidiani in campo scientifico. Se è vero che abbiamo conosciuto la figura dei “virologi” e degli “epidemiologi”, non dobbiamo stupirci di essere sommersi dalle informazioni sul virus ogni giorno, ma imparare ad apprezzare il lato buono del messaggio, cioè l’apertura di un mondo prima elitario al grande pubblico. E questo perché tutti possano cogliere notizie da chi le cose le sa, le ha viste e le ha studiate.
E se questo incontro, aggiunge il dottor Montanari alla fine del dibattito, sarà servito a far passare dalla parte della consapevolezza scientifica anche solo una persona che era in dubbio o non sapeva a chi credere, allora potremo essere certi di aver fatto un buon lavoro. Chiude su queste parole il videoclip di Pascal Basile, che ringrazia ed abbraccia in un simbolico intreccio di movimenti e suoni tutti gli operatori sanitari impegnati nella lotta quotidiana contro il SARS-COV-2, il tutto sulle note di due brani di Lucio Dalla.
Il 12 gennaio prossimo alle ore 18:00, sul profilo Facebook di Germana Zuffanti, il tema “vaccini” sarà ripreso ed approfondito dal punto di vista giuridico con il dottor Valerio de Gioia, magistrato della I sezione del Tribunale Penale di Roma, che tratterà l’ammissibilità di un obbligo di vaccinazione e della possibilità di rifiutare eventuali clausole inserite in contratti di lavoro e la conseguente licenziabilità del lavoratore. Si parlerà della situazione italiana con il dottor Carlo Palermo, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED e con il dott Maurizio Montanari, psicoanalista, si discuterà “sulle conseguenze psicologiche che ha avuto la pandemia sul personale sanitario: il disturbo post traumatico da stress.