Per i professionisti del furto, niente è meglio di un corposo diversivo gentilmente organizzato e messo in scena da altri. È quanto è successo sabato sugli Champs Élysées, durante il devastante 18esimo sabato di protesta dei “Gilet Jaunes”. A caldo nessuno si è accorto di nulla: perfino le immagini dei locali e negozi devastati sono finite sotto la voce vandalismo, nascondendo la verità: una rapina architettata con grande cura. Il “Disney Store”, le boutique di “Longchamp” e “Hugo Boss” e il ristorante “Le Forquet’s” sono stati il diversivo per una banda di rapinatori che nell’enorme confusione si è infilata al 136 degli Champs Élysées, sede del flagship store di “Bulgari”.
Ore dopo, quando la folla si è dispersa ed è iniziata la conta dei danni, la verità è affiorata: quelli che sono entrati all’interno dell’atelier del celebre marchio di gioielleria non erano “casseur” e neanche semplici manifestanti con in mente “l’esproprio proletario”, ma rapinatori attrezzati che hanno fatto saltare le vetrine portando via un bottino dal valore che ammonterebbe a svariate decine di migliaia di euro.
Temendo il peggio, la boutique aveva blindato le vetrine con porte di legno e acciaio che non hanno neanche impensierito la banda, lesta a crearsi un varco utilizzando l’attrezzatura che si era portata appresso. Una volta all’interno, per una volta, i rapinatori hanno potuto fregarsene di allarmi e sirene, a quel punto diventati nient’altro che un rumore quasi impercettibile in mezzo al frastuono generale che regnava sul celebre viale parigino. Nel giro di sette, otto minuti al massimo, la squadra ha scelto i pezzi migliori tralasciando quelli di poco valore, per poi uscire indisturbata facendo perdere le proprie tracce in mezzo al caos e addirittura protetti dalla cortina dei fumogeni lanciati dalla polizia. Meglio di così, non potevano sperare.
A confermare la rapina è stato Lois Lecouplier, segretario nazionale del sindacato “Alliance Police”, che ha ammesso: “È stata l’azione di un gruppo che ha agito in modo molto preciso e professionale: non erano gilet gialli, erano rapinatori di mestiere”.
Si è anche scoperto che una squadra di agenti si stava dirigendo proprio verso le vetrine di Bulgari, non tanto per evitare eventuali furti ma per scongiurare danni alle persone, ma sono stati affrontati dai manifestanti e costretti ad indietreggiare. I dimostranti “normali”, più prosaicamente, si sono accontentati di svuotare la boutique del “Paris Saint-Germain”, portandosi a casa magliette e palloni. Poveri ingenui.