C’era una volta la città “cenerentola” per eccellenza: Parigi. La capitale francese, altrimenti detta la “ville lumiére”, ma agli occhi del mondo intero soprattutto la città più romantica, elegante e raffinata dal pianeta. Questa storia potrebbe iniziare così, per poi precipitare verso ben altre definizioni: sporca, invivibile, fetida, abbandonata.
È il ritratto impietoso, l’ennesimo, che viene fuori da un’inchiesta giornalistica, questa volta ad opera del “Guardian” inglese, per mano di Kim Willsher, la corrispondente da Parigi del quotidiano anglosassone. Al pari forse solo di Roma, anche se difficilmente il paragone potrà rincuorare qualcuno, la giornalista inglese non va per il sottile, definendo quel che resta di Parigi assolutamente “impresentabile”: un deprimente spettacolo di spazzatura, topi, escrementi animali, cartacce, bottigliette vuote e mozziconi di sigaretta.
“Lungo il boulevard che porta in place de la République, malgrado un lifting di pochi anni fa costato 23 milioni di euro, i clochard dormono sotto i portici o sulle panchine, i marciapiedi sono disseminati di biciclette e motorini abbandonati, fra deiezioni di cani e mozziconi di sigaretta”. Tutto questo, spiega la corrispondente, malgrado il comune immoli ogni anno 550 milioni di euro per eliminare dai marciapiedi 16 tonnellate di feci dei cani (problema in realtà comune ad altre città della Francia) e 350 tonnellate di mozziconi di sigarette, oltre a tentare di svuotare i 30mila cassonetti della spazzatura.
Ad essere finita più volte sotto accusa è la politica del sindaco, Anne Hidalgo, anche per l’urgenza di rivalutare l’immagine di Parigi in vista delle Olimpiadi del 2024, quando gli occhi del mondo saranno puntati verso la capitale francese. La sindaca, si dice parecchio irritata dall’articolo, ha replicato con una velata ironia che sembra riversare il problema verso la scarsa educazione e lo scarsissimo senso civico degli abitanti: “non è possibile mettere uno spazzino dietro ad ogni parigino”.