È vero, la figura della hostess continua a svettare nell’immaginario maschile: sono alte, eteree, sempre a posto, sicure, materne, altere. E forse proprio per questo, la civilissima “Norwegian Air”, compagnia low cost norvegese, ha diffuso un regolamento per le assistenti di volo con 22 pagine di rigide regole riguardo al dress-code. Per le signorine dell’aria norvegesi, è assolutamente vietato non indossare scarpe con il tacco, minimo 2 cm, a meno di non presentare un certificato medico che comprovi l’impossibilità. Così come il make-up, che dev’esserci e deve sempre essere a posto, con un minimo sindacale rappresentato da: occhi truccati, fondotinta leggero e crema colorata o cipria. Libera scelta sulle ciglia, volendo anche finte. Il manuale detta qualche regola anche agli steward, a cui è richiesto di usare creme solo per coprire acne o lividi, di avere le unghie a posto e i capelli non oltre il colletto della camicia. Divieto assoluto di orecchini e tatuaggi a vista.
La notizia ha fatto il giro del mondo non tanto per le regole, che in realtà sono adottate da quasi tutte le compagnie aeree del mondo, ma perché arriva dalla Norvegia, paese dopo la parità di genere è un dato acquisito da tempo. Contro le regole si sono schierate due parlamentari, Ingrid Hodnebo e Annette Trettebergstuen, fra l’altro di partiti all’opposizione, che hanno parlato di “ritorno agli anni Cinquanta” e “regole comiche”. La compagnia si difende: “Le regole sono state scritte chiedendo la collaborazione di piloti e personale di volo”.