Inutile mettersi a fare i conti su come immolare il reddito di cittadinanza: la Ferrari “P80/C” non è in vendita. O meglio, lo è stata, nel senso che si tratta di un esemplare unico – una “one-off” – realizzata espressamente per un collezionista di cui si sa poco o nulla, ma che è certo non viva con l’ansia della quarta settimana. Il signore ha scelto come base la “488 GT3”, modello sviluppato per gare GT, quindi ha chiesto un tocco del glorioso passato Ferrari, con richiami alla “330 P3/P4” e la “Dino”, e un paio di configurazioni: una per la pista, con alettoni e ruote racing monodado da 18”, ed una “esibire”, liscia come le guance di un neonato. Per finire, l’anonimo fortunello ha pure voluto dargli un nome: “Rosso Vero”. E a Maranello, dove non sanno dire di no, l’hanno accontentato in tutto, dal principio alla fine, immolando quattro anni di lavoro, si dice (ma non è confermato), ricevendo in cambio un circolare da 5milioni di euro.
La Rosso Vero, che prima di essere consegnata e svanire per sempre in qualche garage è stata documentata ad arte, è realizzata in fibra di carbonio su disegno del “Centro Stile Ferrari”, la sartoria dove nascono i sogni su ruote di Maranello. Ma per la prima volta, la one-off Ferrari si è staccata dalla tradizione che le intende come acuti solisti di vetture già in gamma: la P80/C è una supercar da pista, con prestazioni adeguate al blasone, ma con un design personalissimo e interventi sostanziosi sulla meccanica. Ne è un esempio la scelta della 488 GT3, con un passo più lungo di 50 mm rispetto alla GTB stradale: “Il tetto a visiera con i due archi rampanti che si congiungono centralmente daranno l’impressione di un flying bridge”. Via del tutto i gruppi ottici, ridotti a sottili feritoie, come fossero prese d’aria. Il cofano nasconde il V8 3.9 litri biturbo da 600 CV e 700 Nm, per 1.260 kg di peso.