La storia di Rubin Carter, Hurricane, morto in Canada 77enne, avrebbe celebrato, proprio in questi giorni l’anniversario dell’evento che gli cambiò la vita. Da campione del mondi dei pesi medi, diventò un pluriassasino condannato all’ergastolo da una giuria di bianchi che diedero credito a due false testimonianze. False perché uno dei feriti, in agonia, vide Carter e disse che non era stato lui a sparare. Solo il racconto mille volte contraddetto di due pregiudicati bianchi alla fine riuscì ad incastrarlo. “Hurricane” fu così incarcerato e solo nel 1988, dopo 18 anni di carcere, un giudice federale stabilì che la sua condanna si era basata su pregiudizi razziali e fu liberato. Ma il sogno del mondiale era ormai svanito da tempo. Accadde che, esattamente 53 anni fa, il 17 giugno 1966, due uomini di colore entrarono nel "Lafayette Bar and Grill" a Paterson, New Jersey, e spararono a Fred "Cedar Grove Bob" Nauyoks e al barista Jim Oliver, uccisi sul colpo. Una donna, Hazel Tanis, morì circa un mese dopo. Willie Marins, un cliente, perse un occhio. Alfred Bello, un rapinatore, vide per caso la scena e chiamò la polizia. Una teste, Patricia, “Patty Valentine” Graham, notò due uomini di colore salire in una macchina bianca e poi fuggire. Ronald Ruggiero vide Bello correre per Lafayette Street e una macchina bianca con due afro-americani sui sedili anteriori. Carter aveva una Cadillac bianca, la polizia la fermò quella notte stessa, con lui c’era John Artis, e li portò al Lafayette. Nessuno dei testimoni riconobbe in Carter o Artis uno dei criminali, nemmeno Marins, quando la polizia li portò all'ospedale per farli identificare dall'uomo ferito. Bob Dylan lo incontrò in carcere e non gli chiese se fosse colpevole o no. Voleva conoscerlo, capire chi fosse. L’ex pugile, morto nel 2014 a Toronto, dove aveva trovato rifugio, raccontò che lo aveva rivisto poche volte, dopo. Gli chiedeva “se avesse trovato quello che cercava”. E Dylan, rievocando i loro colloqui, gli rispondeva sempre “sto cercando ancora”.
HURRICANE
Colpi di pistola rimbombano nel bar
entra Patty Valentine dal piano di sopra
vede il barista in una pozza di sangue
grida "Mio Dio! Li hanno uccisi tutti!"
Ecco la storia di "Hurricane"
l'uomo che le autorità incolparono
per qualcosa che non aveva mai fatto
lo misero in prigione ma sarebbe potuto diventare
il campione del mondo.
Patty vede tre corpi a terra
ed un altro uomo di nome Bello muoversi furtivo
"Non sono stato io" dice l'uomo alzando le mani
"Stavo solo rubando l'incasso, spero che tu capisca.
Li ho visti uscire", dice concludendo,
"Meglio che uno di noi chiami la polizia"
E così Patty chiama la polizia
che arriva sulla scena con le sue luci rosse lampeggianti
nella calda notte del New Jersey.
Intanto lontano in un'altra parte della città
Rubin Carter e un paio di amici sono in giro in auto
il primo sfidante per il titolo dei pesi medi
non aveva nessuna idea del guaio nel quale stava cacciandosi
quando un poliziotto lo fece accostare al lato della strada
proprio come la volta prima e la volta prima ancora
a Paterson questo è il modo in cui vanno le cose
se sei negro è meglio che non ti faccia vedere per strada
a meno che tu non voglia passare dei guai.
Il socio di Alfred Bello aveva un conto in sospeso con la polizia
Lui ed Arthur Dexter Bradley vagavano in cerca di una preda
disse "Ho visto due uomini scappare, sembravano pesi medi,
sono saltati su una macchina con targa di un altro stato"
E la signora Patty Valentine fece solo di sì con la testa
Il poliziotto disse "Un momento, questo qui non è morto!"
Così lo portarono all'ospedale
e sebbene quell'uomo non vedesse molto bene
dissero che avrebbe potuto identificare il colpevole.
Alle quattro del mattino fermano Rubin
e lo portano all'ospedale, gli fanno salire le scale
il ferito gli dà un'occhiata con la vista appannata
e dice "Cosa lo avete portato a fare qui? Non è lui l'uomo!"
Ecco la storia di "Hurricane"
l'uomo che le autorità incolparono
per qualcosa che non aveva mai fatto
lo misero in prigione ma sarebbe potuto diventare
il campione del mondo
Quattro mesi più tardi i ghetti sono in fiamme
Rubin è in Sud America a combattere per il suo nome
Arthur Dexter Bradley è ancora in ballo per l'affare della rapina
e i poliziotti lo seguono cercando qualcuno da incolpare
"Ricordi quell'omicidio avvenuto in un bar?"
"Ricordi di aver detto di aver visto la macchina fuggire?"
"Ti piacerebbe collaborare con la Legge?"
"Credi che potrebbe essere stato quel pugile quello che scappava?"
"Non dimenticare che tu sei un bianco!"
Arthur Dexter Bradley disse "Non ne sono sicuro"
I poliziotti dissero "E' un'occasione per uno come te"
"Ti abbiamo in pugno per quella storia del motel e del tuo socio Bello"
"Ora tu non vorrai dover tornare in prigione, fai il bravo"
"Farai un favore alla società,
quello è un figlio di puttana"
"Vogliamo mettere il suo culo in prigione"
"Vogliamo affibbiargli questo triplice omicidio"
"Non è mica Gentleman Jim"
Rubin era in grado di far fuori un uomo con un pugno
ma non gli era mai piaciuto parlare troppo di questo
"É il mio lavoro", diceva "E lo faccio per i soldi"
"E quando sarà finito me ne andrò veloce per la mia strada
su in qualche paradiso della natura
dove nuotano branchi di trote e l'aria è limpida
e dove si può fare una corsa a cavallo lungo i sentieri"
Ma poi lo hanno messo in prigione
dove cercano di trasformare un uomo in topo
Tutte le carte di Rubin erano segnate fin dall'inizio
il processo fu una farsa, non ebbe mai una sola possibilità
il giudice disse che i testimoni della difesa erano ubriaconi
per la gente bianca Rubin era uno straccione rivoluzionario
e per i negri era solo un negro pazzo
nessun dubbio che fosse stato lui a premere il grilletto
e sebbene non riuscirono a produrre l'arma del delitto
il Pubblico Ministero disse che aveva compiuto lui l'omicidio
e la giuria composta esclusivamente da bianchi fu d'accordo
Rubin Carter fu processato con l'inganno
fu omicidio di primo grado, indovinate chi testimoniò?
Bello e Bradley ed entrambi mentirono sfacciatamente
e tutti i giornali si gettarono a pesce sulla notizia.
Come può la vita di un tale uomo
essere nelle mani di gente così folle?
Nel vederlo così palesemente incastrato
mi sono vergognato di vivere in un paese
dove la giustizia è un gioco
Ora tutti quei criminali in giacca e cravatta
sono liberi di bere Martini e guardare il sole sorgere
mentre Rubin siede come Budda in una cella di pochi metri
un innocente in un inferno vivente.
Questa è la storia di "Hurricane"
ma non sarà finita finchè non riabiliteranno il suo nome
e gli ridaranno indietro gli anni che ha perduto
Lo misero in galera ma sarebbe potuto diventare
campione del mondo