La cifra esatta dell’accordo fra Citroën e gli eredi Pablo Picasso, per l’utilizzo del cognome con tanto di firma del grande pittore spagnolo, è uno dei segreti meglio custoditi dell’industria automobilistica. Secondo alcune indiscrezioni della stampa francese si parlerebbe di una cifra intorno ai 20 milioni di euro, a cui aggiungere una quota fissa per ogni vettura marchiata “Picasso” venduta, pari ad altri tre milioni di euro all’anno.
Quasi vent’anni dopo, complice la crisi che obbliga a fare a meno di certi capricci d’immagine, la Citroën ha scelto di fare a meno delle versioni “Picasso”. Un vezzo strappato nel 1999, tempi d’oro, per dare un’idea esclusiva alla “Xsara”, oggi mandato in pensione con una versione edulcorata della faccenda, che ufficialmente parla di “un desiderio di rendere più riconoscibile il marchio sui mercati internazionali attraverso una nuova denominazione”.
A prendere il posto delle monovolume griffate “Picasso” sarà “SpaceTourer”, suffisso che per iniziare accompagnerà la “C4”.
L’idea di adottare il nome “Picasso” aveva un preciso precedente storico risalente al 1958, quando il genio spagnolo aveva utilizzato una Citroën DS come tela per improvvisare la “Guirnaldas de la paz”, la ghirlanda della pace. Complice Manuel Mejido, rampante giornalista spagnolo che era riuscito a raggiungere l’artista a “La Californie”, il suo rifugio dorato di Antibes, in Costa Azzurra, dopo l’esilio del dittatore Francisco Franco. Resa unica dal disegno di Picasso, la Citroën DS fu acquistata per mille dollari dal giornalista spagnolo e rivenduta qualche giorno dopo ad una galleria d’arte parigina per 6.000 dollari. Da allora, dell’auto si è persa ogni traccia.