In tutto il mondo, Italia compresa, il campione assoluto di incassi è il film "Avengers: endgame". Ventiduesimo film dell'universo Marvel che ha un solo vero avversario: "Il trono di spade". Centrato sugli Easter egg che rimandano ad altri film in un gioco complice con attori, registi, sceneggiatori e spettatori. “Noi - scrive il Corriere - abbiamo raccolto i migliori (con qualche spoiler), una vera miniera di curiosità che forse saranno sfuggite anche ai più attenti. Ed eccone subito una: le mani dei supereroi unite allo sfondo hanno la medesima forma del primo Reattore Arc di Iron Man. Non è certo un caso”.
La recensione de Linkiesta.it è invece assai critica: “Non capita tutti i giorni di assistere a un fenomeno come quello di Avengers: Endgame. Anzi, non capita proprio mai. In appena una settimana di presenza in sala, l’ultimo nato del Marvel Cinematic Universe ha distrutto qualsiasi metro di paragone con il resto del cinema di tutti i tempi. Più di 1,4 miliardi di dollari di box office, in ogni paese del mondo, svariate decine di milioni di persone a far la fila per assistere alla fine di quella che effettivamente sembra essere la saga più imponente dai tempi della ritorno a casa dalla guerra di Troia…fenomeno mediatico mondiale, pazzesco, travolgente, capace di riempire i cinema, ma anche di convincere la critica, che, come segnala Rottentomatoes, ha pubblicato recensioni entusiaste nel 95 per cento dei casi” poi la stoccata: “Eppure, nei 181 infiniti minuti di questo Avengers: Endgame di cinema non c’è alcuna traccia. Come non c’è traccia di emozioni. Sono tutte affogate male nelle musichette epiche, morte di stenti davanti a una sceneggiatura talmente ridicola da invocare la vendetta di tutti i Dalton Trumbo…La verità è che il polpettone di 3 ore messo insieme dai fratelli Russo è l’esatta negazione delle sue promesse. È al massimo il più lungo trailer della storia del cinema ma non certo un film di azione, avventura e supereroi. È un biscottone senza alcun gusto che mette insieme tutti i pezzi di un puzzle enorme, che cinematograficamente durava da più di un decennio. Un patchwork che in verità non mette in scena nulla e che, per almeno due terzi del tempo, è più simile al giro per salutare i centomila parenti a un matrimonio troppo affollato piuttosto che all’episodio definitivo del più grande ciclo di eroi della storia moderna…”.
Vero o falso? Chi l’ha visto non è d’accordo per niente: “E’ un grande affresco, non è nazional-popolare che si vuol far credere, è un sofisticato contenitore di decenni di cinema fantasy, di ogni saga gò percorsa. E’ un amarcord, o la memoria di Proust, ci fa viaggiare nel tempo in cui eravamo ragazzini, ora da adulti riusciamo a comporre un mosaico allora incerto”, spiega il prof. Giovanni Delfo, esperto di cinema Usa. Ma Linkiesta insiste: “Non una volta si prova un’emozione — né una lacrima né una risata — più forte di quella che si proverebbe davanti alle già citate diapositive a fine banchetto di nozze. Stiamo parlando di un film di azione, di un film di supereroi, di un film della Marvel, se parliamo di noia, lentezza e pesantezza inconcludente significa che siamo vicinissima al suicidio assistito del genere stesso”.
Conclusione: “…Insomma, Avengers: Endgame è un fallimento totale, una pataccata dietro la quale non c’è nessun amore per l’avventura e per l’intrattenimento, ma solo tanto marketing”. Non resta che andare anche noi al cinema. Magari piacerà o forse no.