Era riuscito a festeggiare i 70 anni di carriera, prima di spegnarsi nella sua Roma, a 83 anni, con a fianco la moglie Anna Crispino. Con quella faccia un po’ così, non da attore ma da uomo comune, Carlo Delle Piane ha trovato spazio in ben 110 film, al fianco dei più grandi - Sordi, Gassman, De Sica, Aldo Fabrizi – ma anche diretto da registi come Steno, Monicelli, Polanski, Vadim, De Sica, Olmi e naturalmente Pupi Avati, con cui ha vissuto un lungo sodalizio artistico.
Era nato a Campo de’ Fiori, nel cuore più popolare di Roma, il 2 febbraio del 1936, secondogenito di un sarto e una casalinga. Il debutto nel cinema giovanissimo, nel 1948, a soli 12 anni, quando nella scuola che frequenta si presentano gli assistenti del regista Duilio Coletti in cerca di comparse: lo scelgono e si ritrova al fianco di Vittorio De Sica in “Cuore”, la trasposizione del celebre romanzo di Edmondo De Amicis.
Quella che Delle Piane considerava un’esperienza unica e curiosa, ma più che altro un modo divertente per mettersi in tasca qualche soldo, si ripete nel 1950, due anni dopo, e poi ancora l’anno successivo, quando Steno e Mario Monicelli vedono in Delle Piane la faccia giusta per “Guardie e Ladri”, al fianco di due mostri sacri come Totò e Aldo Fabrizi. Nel 1954 diventa “Cicalone”, l’amico di Nando Meliconi alias Alberto Sordi nel celeberrimo “Un americano a Roma”.
L’incontro con Pupi Avati alla metà degli anni Settanta, quando il regista lo vuole in “Tutti defunti… tranne i morti”, a cui seguono “Festa di laurea”, “Noi tre” e “Regalo di Natale”, dove Delle Piane interpreta magistralmente l’avvocato Santella. Schivo, riservato e per nulla amante delle passerelle e del glamour, si era sposato nel 2013 con la cantante Anna Crispino.