A Hollywood valgono poche regole, ma almeno su una non si transige mai: mai mollare qualcosa che produce denaro. Così, malgrado una partenza scellerata fatta di ritardi, litigi e porte sbattute, “Bohemian Rhapsody” si è trasformato in uno vero schiacciasassi che dopo aver conquistato i box office rastrellando 875 milioni di dollari in tutto il mondo si è perfino portato a casa l’Oscar. Meglio di così, ad un film musicale, non si poteva chiedere.
Ma adesso, sotto la pressione dei fans dei “Queen” ancora attaccati all’immagine ormai leggendaria del loro leader, Freddie Mercury, ci sono rumors che parlano di un possibile sequel della pellicola interpretata da Rami Malek. In fondo, il film si ferma nel 1985 con la storica partecipazione al “Live Aid”, in quella che dalla critica è considerata come una delle migliori esibizioni live dei Queen. Ma da lì in poi, c’è ancora tanto da raccontare prima di arrivare al 1991, quando Freddie morì, il giorno dopo aver confessato in un comunicato stampa di aver contratto l’Aids. Furono anni ancora pieni di successi come “A kind of magic”, seguito da un tour trionfale che si sarebbe concluso il 9 agosto 1986 con il concerto di Knebworth, l’ultima esibizione di Freddie. Uscirà ancora “Barcellona”, l’album solista di Mercury con la cantante lirica Monserrat Caballé.
A dare speranza ai fans dei Queen non sono solo voci di corridoio, ma Rudi Dolezal, regista di molti videoclip della band, che ha raccontato di movimenti fra Brian May, Roger Taylor e il loro manager Jim Beach per progettare un possibile sequel di Bohemian Rhapsody. A gettare acqua sul fuoco è lo staff di Rami Malek, che ha smentito ogni cosa, assicurando che nessun nuovo film su Freddie sarebbe in cantiere.