di MARIA LOPEZ
E’ quasi un colpo di scena. Nel 2013 Antonio Logli, presunto assassino della moglie Roberta Ragusa, fu fotografato mentre gettava grossi scatoloni in un cassonetto dei rifiuti distante circa dieci chilometri dalla sua abitazione vicino alla casa di Sara Calzolaio, ex baby-sitter di famiglia, poi amante di quest’ultimo e sua attuale convivente nella villetta di famiglia. Due fotografi avevano notato lo strano comportamento dell’uomo. A Quarto Grado è andato in onda l’audio del fotografo che avvertì i carabinieri. Resta il dubbio su cosa avessero contenuto quei "grossi contenitori di cartone", del tipo utilizzato per i traslochi. Dopo sette anni dalla scomparsa di Roberta nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012, il marito è stato condannato anche in appello a 20 anni di carcere, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere, anche se il corpo della donna non è mai stato trovato. La condanna a 20 anni in primo grado risale al 21 dicembre 2016, con rito abbreviato, confermata poi anche in Appello nel maggio 2018. Nonostante le due condanne è in libertà con l’obbligo di residenza a San Giuliano Terme da dove non può allontanarsi dalle 22 alle 6 di mattina.
L'amante di Logli, Sara Calzolaio
Forse gli scatoloni contenevano alcuni oggetti, vestiti e documenti della moglie scomparsa. I figli però difendono il padre a spada tratta e lo ritengono innocente. Hanno testimoniato in Tribunale che quella notte, a differenza di quanto sostiene l’accusa, non ci fu alcuna lite tra i genitori, che la madre aveva dato loro la buonanotte in modo “particolarmente” affettuoso e quella fu l’ultima volta volta che la videro. Roberta sarebbe fuggita indossando solo il famoso pigiama rosso e le ciabette, senza soldi né cellulare e lasciando sul tavolo della cucina la lista della spesa da fare l'indomani. Di certo aveva scoperto la relazione cladestina tra il marito e la baby-sitter. Un testo vide Logli discutere animatamente con una donna, proprio quella notte, fatto decisivo poi per la condanna. Secondo i giudici, il movente del delitto fu determinato anche per ragioni finanziarie. Logli temeva che una sperazione gli potesse pregiudicaro il possesso di beni immobili ma anche la titolarità della scuola guida dove etrambi lavoravano.