L’indiscrezione arriva dall’agenzia “AdnKronos” e fa sobbalzare sulla sedia chi spera in una decisione simile da quasi quattro decenni: la Segreteria di Stato Vaticana ha autorizzato l’apertura di un’indagine interna sul caso di Emanuela Orlandi. Una decisione che era stata anticipata giorni fa da Gian Piero Milano, promotore di giustizia del Tribunale Vaticano: “Posso dire che gli accertamenti sono già ina una fase operativa”.
La conferma è arrivata da Laura Sgrò, avvocato della famiglia Orlandi: “Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle autorità vaticane auspicando in una piena collaborazione. Proseguiamo comunque nelle nostre attività di indagini difensive”.
Fra le prime reazioni quella di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la 15enne figlia di un commesso della Prefettura Pontificia scomparsa nel nulla a Roma il 22 giugno del 1983: “Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato il momento di giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela”.
Anche Antonietta Gregori, sorella di Mirella, l’altra quindicenne romana svanita nel nulla poche settimane prima di Emanuela, ha commentato positivamente la notizia: “Sono contenta per la famiglia di Emanuela, è una svolta importante. Non credo che la vicenda della tomba teutonica riguardi mia sorella, ma spero che la sua scomparsa non rimanga nell’oblio. Anche io, come la famiglia Orlandi, lotto per arrivare alla verità dopo 35 anni”.
Qualche settimana fa, la famiglia Orlandi aveva inviato richiesta al Vaticano per l’apertura di una tomba all’interno del cimitero teutonico oggetto di un messaggio anonimo con foto ricevuto mesi fa dal legale della famiglia: “Cercate dove indica l’angelo”. L’immagine mostrava la statua di un angelo che regge in mano un foglio su cui è incisa la frase “Requiescat in pace”.