Il 23 settembre del 2010, Paige Johnson, una studentessa 17enne di Florence, in Kentucky, scompare nel nulla. L’ultimo ad averla vista è Jacob Bunpass, 22 anni, che afferma di essere passato a prenderla con la sua macchina dall’abitazione della madre per accompagnarla ad una festa: al ritorno dice di aveva lasciata ad un incrocio, a circa 15 minuti da casa.
Tutti i presenti alla festa vengono interrogati, uno per uno, ma pochi ricordano qualcosa di utile: sono tutti ragazzini che quella sera avevano bevuto un po’ troppo e fumato qualche spinello. Da allora, malgrado le ricerche e le indagini, di Paige si è persa ogni traccia per anni, ma il non saperne più nulla per lungo tempo aveva lasciato alla famiglia la speranza che fosse ancora viva. Anche quella, nel tempo, si era dissolta anche per via del parere degli esperti della polizia: è difficile che sia ancora viva. Ai genitori non restava che il desiderio di avere una lapide su cui piangerla, ma anche quello sembrava essergli negato dal destino.
Domenica scorsa, a pochi mesi dal decimo anniversario dalla scomparsa di Paige, qualcosa è cambiato improvvisamente. Un cacciatore si è imbattuto in un teschio in una zona boschiva di Williamsburg Township, in Ohio, a meno di 45 minuti di macchina dalla casa della ragazza. La polizia ha bloccato la zona e rivenuto oggetti intorno ai poveri resti di un cadavere, poi gli esami dell’impronta dentale hanno dato la risposta che nessuno avrebbe mai voluto avere: è il corpo di Paige Johnson.
“Avremmo voluto ritrovare Paige viva – ha commentato Rob Nader, capo della polizia di Covington – ma devo annunciare ogni speranza è svanita: ho dato la notizia alla famiglia e siamo al lavoro per tentare di scoprire cosa è successo”. Alicen Franks, cugino della ragazza, ha parlato a nome della famiglia: “L’abbiamo trovata. So che per la nostra famiglia sarà comunque un sollievo dopo l’enorme fardello sopportato faticosamente per quasi dieci anni. Ora vogliamo seppellirla e darle l’addio che merita. Sua mamma è sconvolta, ma allo stesso tempo grata che il corpo sia stato ritrovato: per lei tutto questo tempo è stato un inferno in terra”.
Al momento, le autorità non hanno ancora rivelato la causa della morte della giovane, ma sperano che malgrado il lungo tempo trascorso all’aria aperta, il corpo possa fornire elementi utili per risolvere il caso e individuare la possibile mano omicida. I riflettori però si sono riaccesi sul nome di Jacob Bumpass, l’ultimo ad aver visto Paige viva. Dai tabulati telefonici, risulta che la notte della scomparsa ha fatto una chiamata col suo telefono che alle 4:30 del mattino ha agganciato una cella all’East Fork State Park, a poco meno di due km dal luogo dove è stato ritrovato il corpo di Paige. Per 10 anni quella telefonata non ha significato nulla, ma ora dovrà spiegare perché era lì, e sperare di essere molto convincente.