“Tornare alla normalità? Possiamo scordarcelo, tutti quanti, almeno fino a quando non sarà trovato un vaccino efficace”. Il dottor Anthony Fauci, l’eminente virologo che è riuscito a piegare perfino Donald Trump sulla pericolosità della pandemia, ha raggelato il mondo, quando durante il consueto briefing con la stampa alla Casa Bianca, un giornalista gli ha chiesto se fosse plausibile pensare ad un ritorno alla normalità graduale una volta superato il picco.
“Se mi sta chiedendo di ipotizzare un ritorno ad un’esistenza pre-coronavirus, ovvero vivere come se non ci fosse mai stato il problema, questo potrebbe non accadere mai, almeno nel medio termine, perché la minaccia del coronavirus rimarrà anche dopo l’approvazione dei vaccini e delle terapie: secondo il mio parere, il coronavirus riapparirà probabilmente ogni anno come uno spettro. Quindi torneremo gradualmente al punto in cui potremo funzionare come società, ma con molte meno libertà di prima”. Parole seguite comunque da un certo ottimismo, poiché diversi vaccini sono in preparazione e questo potrebbe almeno “scongiurare di tornare al punto drammatico in cui siamo ora”.
Secondo le previsioni degli esperti, gli Stati Uniti dovrebbero arrivare al picco intorno al 16 aprile, quando le previsioni parlano di oltre 3.000 morti in 24 ore e coincidono con limite massimo di utilizzo delle risorse degli ospedali, con la necessità di circa 25.000 ventilatori, 140.000 posti letto e 29.000 in terapia intensiva.
New York rimane l’epicentro dell’epidemia statunitense, con più di 131.000 infezioni e oltre 4.000 morti, ma Michigan, Louisiana e Georgia si preparano a diventare i prossimi hotspot americani della crisi. I meteorologi della University of Washington's School of Medicine hanno pubblicato domenica le stime aggiornate del coronavirus mostrando che il picco della pandemia potrebbe essere più veloce di quanto si pensasse inizialmente, stabilizzandosi nel mese di giugno.