Il Regno Unito è sotto shock, scoprendo che malgrado il picco della pandemia sia ancora molto lontano e per le autorità “non siamo che all’inizio”, gli ospedali sono già al collasso e ovunque è iniziato il penoso rito del “razionamento” dei ventilatori polmonari. A Londra, denuncia il “Daily Telegraph” riportando indiscrezioni dell’Imperial College Healthcare NHS, solo i pazienti con “ragionevole certezza” di sopravvivenza vengono attaccati alle macchine. “I pazienti affetti da coronavirus hanno spesso bisogno del supporto di un ventilatore polmonare per periodi prolungati, ma siamo costretti ad essere ragionevolmente certi che la persona guarirà: ritardare la morte dir due o tre settimane non è la cosa giusta per loro e per la società. Man mano che apprendiamo di più sulla malattia, siamo diventati molto più attenti ai pazienti da prendere in considerazione: è drammatico, e in tempi normali daremmo a tutti il beneficio del dubbio. Ma tutto è cambiato”.
“Solo quando l’epidemia avrà raggiunto il suo apice – ammette Eleanor Riley, specialista di immunologia e malattie infettive presso l’Università di Edimburgo - avremo una riduzione di nuovi casi e di conseguenza di decessi, allora sapremo che stanno iniziando a superare la pandemia”.
Nel giro di poche ore, in tutto il Paese si è passati da 209 a 19.522 casi confermati, con 19.522 decessi, il numero più alto che la Gran Bretagna abbia visto finora. Cifre che arrivano dopo la nefasta previsione di 1,6 milioni di contagi in tutto il Regno Unito. Con test e tamponi non ancora disponibili in tutto il Paese, forniti solo a chi è ricoverato in ospedale e al personale del NHS, potrebbero esserci decine di migliaia di persone che hanno il coronavirus senza saperlo.
Secondo il professor Neil Ferguson, principale consulente epidemiologico del governo, i cittadini britannici dovranno rimanere nelle loro case per quasi tre mesi e continuare l’isolamento sociale fino a ottobre.
Il ministro degli esteri Dominic Raab è stato indicato dal 10 di Downing Street alla guida del Paese se le condizioni di Boris Johnson si aggravassero, e in base ad un sondaggio, il 63% degli anglosassoni pensa che le regole di distanziamento sociale siano state introdotte troppo tardi: l’83% ritiene che medici e infermieri dovrebbero avere la priorità di test e tamponi, ma solo il 19% pensa che lo stesso diritto spetti ai politici, e solo il 15% concede lo stesso privilegio alla Royal Family.