Il quotidiano “Le Figaro” ha preso a prestito le parole di Patrick Pelloux, un medico parigino, per sintetizzare la paradossale situazione francese: “Speriamo che la situazione si sblocchi perché rispetto a Spagna, Inghilterra, Stati Uniti e Italia sembriamo dei fessi”. Il riferimento è alle 332 vaccinazioni che finora si sono registrate in Francia dal giorno del “V-Day” europeo, il 27 dicembre scorso.
Quanto basta perché in Francia si scatenasse una polemica che in realtà si sta ripetendo uguale in ogni Paese, tutti accusati di non aver ancora organizzato nulla, facendosi cogliere impreparati di fronte all’unica speranza di uscire dalla pandemia.
Secondo il quotidiano francese, le colpe della “magra figura” inizierebbe a monte, con la scarsa richiesta di Bruxelles per dosi sufficienti a coprire il fabbisogno europeo, per poi culminare con le evidente carenze interne della sanità pubblica francesi, che ancora annaspa alla ricerca di una soluzione.
Al momento, dalle cifre ufficiali, la vaccinazione prosegue in modo serrato quasi ovunque: nel mondo si contano 10 milioni di dosi somministrate: primi in assoluto i cinesi, con 4,5, seguiti dagli Stati Uniti con 2,8 milioni. Di seguito Regno Unito e Israele con un milione di dosi a testa.
I ritardi hanno scatenato la bufera anche in Olanda, dove la campagna inizierà ufficialmente soltanto l’8 gennaio: Hugo de Jonge, ministro della salute, ha tentato di giustificare il governo dicendo che si è “optato per una pianificazione attenta, sicura e responsabile”, ma polemiche e accuse non mancano.
La notizia dell’estrazione dei nomi di chi può essere vaccinato in una residenza per anziani tedesca, che ha fatto il giro del mondo, è lo specchio di una situazione disastrosa anche in Germania, dove la fornitura di dosi è la più alta del vecchio continente.