16,6 milioni abitanti, 2.748 casi di contagio accertati e appena 93 morti ufficiali, troppo pochi secondo la popolazione, ma comunque troppi per un sistema sanitario delicato e quasi inesistente. Nella provincia del Guayas, dove si concentrano due terzi dei casi, i cadaveri sono ormai per le strade. Gli ospedali non hanno più letti per accogliere i pazienti malati e gli obitori, i cimiteri e le agenzie di pompe funebri sono in enorme difficoltà: sommersi dal numero di decessi, dal coprifuoco serale e dal timore per il contagio sono al collasso, e sono tanti i casi di famiglie costrette a tenere il corpo del defunto in casa o a lasciarlo per strada, coperto come possibile con plastica e cartone.
Uno spettacolo agghiacciante che va in scena quotidianamente sulle strade deserte della città: al momento, non è chiaro neanche quanti dei morti siano vittime del coronavirus. Molte famiglie dicono che i loro cari hanno avuto i sintomi del virus, mentre altri sanno solo che sono morti aspettando invano qualcuno che li visitasse. La CNN ha diffuso alcune immagini delle telecamere di sorveglianza cittadine: una mostra un motociclista che abbandona un cadavere per strada. Qualche ora dopo, nello stesso punto, un gruppo di persone vestite con tute improvvisate scende da un furgone, scarica un cadavere avvolto nei sacchi neri della spazzatura e ripartono. “Sono cinque giorni che aspettiamo qualcuno che venga a visitare mia madre: ha 82 anni e respira male - ha commentato alla Reuters Fernando Espana, un residente – ma siamo stanchi di chiamare il 911: l’unica cosa che ci dicono è di aspettare, perché stanno lavorando per risolvere la situazione”.
Ma il tempo non aiuta, e l’odore della morte per le strade è troppo forte da sopportare. Secondo i dati forniti dalle autorità dell’Ecuador, più di 300 corpi senza vita sono stati raccolti per le strade o da abitazioni. E in molti fanno notare che basta quel dato per spiegare che i 93 morti ufficiali sono una montatura del governo per dimostrare che ha la situazione sotto controllo.
Il sindaco di Guayaquil, Cynthia Viteri, ha implorato l’aiuto delle istituzioni in un video postato sul suo account Twitter: “Cosa sta succedendo nel sistema sanitario pubblico del Paese? Nessuno porta via i morti dalle case, la gente li lascia sui marciapiedi, dobbiamo sapere cosa fare con i nostri malati: le famiglie vagano per la città bussando alle porte degli ospedali cercando qualcuno che possa aiutarli, ma tutti rispondono che non ci sono più letti e chiudono le porte”. Un’anziana donna di Guayaquil è morta su una sedia a rotelle del pronto soccorso in attesa di essere visitata: l’ospedale ha replicato che in quel momento non c’erano posti disponibili ed il corpo è stato lasciato all’esterno per quasi quattro ore prima di essere portato via. La causa della morte non è stata determinata, nessuno saprà mai se era positiva al coronavirus o meno.
Il presidente Lenin Moreno durante un discorso alla nazione ha chiesto trasparenza sui numeri della crisi: “Per quanto doloroso, è importante dire la verità: sia nel numero dei casi che in quello dei decessi”. Secondo il capo della task force governativa creata per fronteggiare la pandemia, gli esperti si aspettano tra le 2.500 e le 3.500 morti nei prossimi mesi, e solo nella regione del Guayas. Ma il peggio è che pochissimi saranno sepolti.