Un secondo ufficiale ha comunque aggiunto che, in caso di aumento dei casi, è assai improbabile che il Dipartimento della Difesa specifichi il numero di militari colpiti dall’infezione, per evitare di fornire a paesi ostili indicazioni per colpire un obiettivo vulnerabile.

Nonostante lo scoppio della pandemia, l’ammiraglio Mike Gilday, capo delle operazioni navali, ha dichiarato, “siamo fiduciosi che la risposta aggressiva ai casi di contagio manterrà la USS Theodore Roosevelt in grado di rispondere a qualsiasi crisi o emergenza. Stiamo sottoponendo a test il 100% dell’equipaggio per contenere la diffusione. Dopo essere partita dal Vietnam, la Roosevelt sta facendo rotta verso il porto di Guam, ma a nessun membro dell’equipaggio sarà permesso scendere a terra”.
L’aumento improvviso del numero di casi positivi in soli due giorni a bordo della portaerei è l’ulteriore allarme di come la pandemia stia colpendo con particolare violenza le forze armate statunitensi. Fonti del Pentagono stimano in 280 i militari positivi individuati da giovedì, con un aumento di 53 casi rispetto ai 227 di mercoledì, mentre in tutto il Dipartimento della Difesa, fra civili, appaltatori e militari, i casi positivi superano quota 600.
Il Pentagono ha confermato che il Segretario della Difesa Mark Esper ha ordinato il congelamento per 60 giorni di tutti i movimenti delle truppe americane d’oltremare, uno stop che interessa 90.000 dispiegamenti già programmati. Esper ha anche innalzato lo status di protezione sanitaria per tutte le installazioni di difesa nel mondo, limitando l’accesso alle basi e incoraggiando il telelavoro in tutto il dipartimento.