Sono ormai una decina, comprese Francia, Belgio, Irlanda, Repubblica Ceca, Austria, Olanda e Germania, i Paesi europei ad aver decretato un nuovo lockdown: l’Italia sembra prossima a farlo e anche l’Inghilterra cede. Boris Johnson, dopo settimane di indecisioni e fuoco incrociato, ha preso fiato e annunciato al Paese: “Stay Home”, state a casa, che fuori è pericoloso.
Giovedì prossimo, un rigidissimo lockdown scatta in tutta l’Inghilterra (e non in tutto il Regno Unito) fino al prossimo 2 dicembre, sperando di poter riaprire il Paese almeno per il Natale. Da nord a sue chiudono pub, ristoranti, locali e tutto quello considerato non essenziale, lasciando aperti i negozi di generi alimentari e le scuole. Non chiudono neanche università tribunali, l’edilizia, il Parlamento e la “Premier League”, il campionato di calcio. La cassa integrazione all’80% sarà estesa per tutta la durata del lockdown, ed è consentito uscire di casa per fare attività fisica.
La strategia di chiudere a macchia di leopardo non è servita a scongiurare l’aumento dei contagi, che ha raggiunto il milione di casi, anche se secondo gli esperti ha comunque rallentato i numeri ma non a sufficienza per combattere un virus che miete 50mila nuovi casi al giorno. A convincere un recalcitrante BoJo anche il temuto collasso dell’NHS, il sistema sanitario nazionale britannico, ormai sfiorato da diversi ospedali in tutto il Paese.
Johnson, parlando al Paese, ha allargato le braccia: “Dobbiamo essere umili di fronte alla natura, le cose si stanno muovendo ad una velocità di gran lunga superiore alle previsioni, per cui non c’è altra alternativa: aspettare di riempiere i reparti di terapia intensiva sarebbe un disastro morale ed etico”. Pungente il commento a caldo di Keir Starmer, che ha ricordato siano servite sei settimane per convincere il premier, sottolineando che secondo molti scienziati una chiusura tempestiva avrebbe accorciato i tempi del lockdown.
Alla data odierna, sono ormai più di 250 milioni, gli europei confinati per via dei lockdown.