Ad un team dell’Organizzazione Mondiale della Sanità incaricato di indagare sulle origini del Covid-19 nella città di Wuhan è stato negato l’ingresso in Cina. Due membri si erano già messi in viaggio: uno è tornato indietro e l’altro è in transito in un altro Paese.
La tanto attesa indagine era stata concordata con Pechino lo scorso dicembre dopo molti mesi di negoziati con l’OMS, per appurare se realmente il virus è stato individuato per la prima volta all’interno di un “wet market” di Wuhan alla fine del 2019.
Il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus si è detto “molto deluso” che la Cina non abbia ancora concesso le autorizzazioni per l’arrivo della squadra: “Mi è stato assicurato che Pechino sta accelerando la procedura interna: sono costantemente in contatto con alti funzionari cinesi per sottolineare che la missione è una priorità il mondo intero”.
L’OMS lavora da mesi per inviare un team di 10 i esperti internazionali in Cina con l’obiettivo di accertare l’origine animale della pandemia e come il virus sia passato per la prima volta all’uomo, ma Pechino nicchiava prendendo tempo. Poi, finalmente, il mese scorso l’annuncio che l’indagine sarebbe iniziata nel gennaio 2021.
Le origini del virus rimangono un argomento che nei lunghi mesi dello scorso anno si è riempito di teorie, cospirazioni, accuse e falsità: secondo alcuni esperti il mercato potrebbe non essere stato il punto originario, ma che al contrario il wet market avrebbe solo amplificato la diffusione. Alcune ricerche suggeriscono che diversi ceppi di coronavirus in grado di infettare gli esseri umani circolerebbero da decenni, ma non si sa quale ospite animale intermedio sia quello che permette la transizione verso l’uomo.