Secondo un pesante rapporto del Dipartimento di Sicurezza Nazionale americano, il governo cinese avrebbe intenzionalmente nascosto alla comunità internazionale la gravità del coronavirus mentre accumulava importazioni e diminuiva le esportazioni. “La Cina ha tagliato le esportazioni di forniture mediche prima della notifica dell’OMS di gennaio in cui si annunciava il pericolo di contagio di Covid-19”.
Il rapporto, che ha valutato i dati sulle esportazioni e le importazioni all’inizio di quest'anno, circola da venerdì sui tavoli della Casa Bianca, e immediatamente il Segretario di Stato Mike Pompeo ha alzato i toni nei confronti della Cina , colpevole di aver aumentato gli sforzi per nascondere la pericolosità della possibile diffusione del coronavirus, nascondendo anche la gravità della malattia e accumulando scorte di medicinali.
“Le notizie sono reali - ha commentato Pompeo alla ABC – siamo in grado di confermare che il Partito comunista cinese ha fatto tutto il possibile per assicurarsi che il mondo non capisse in tempo utile quello che stava accadendo”. I commenti di Pompeo arrivano mentre l’amministrazione Trump sta formulando un piano a lungo termine per punire la Cina su più fronti, iniettando un nuovo elemento di rancore rancoroso in un rapporto già piuttosto critico.
Molte fonti all’interno dell'amministrazione americana affermano che c’è la volontà di mettere in campo vari strumenti tra cui sanzioni, cancellazione degli obblighi di debito degli Stati Uniti ed elaborazione di nuove politiche commerciali, per far capire alla Cina, e a tutti gli altri, che le colpe vanno pagate.
In tutto questo, ricordano gli analisti politici, Trump inizialmente ha fatto la propria parte minimizzando la minaccia del coronavirus e ripetuto in modo ottimistico che non sarebbe stato un problema per gli Stati Uniti. Trump ha anche più volte lodato il presidente cinese Xi Jinping per la gestione della crisi.
“È ragionevole immaginare che, prima ancora della dichiarazione di pandemia, la Cina avrebbe individuato la necessità dei dispositivi di protezione personale, chiudendo ogni tipo di esportazione”. La Cina ha accesso a una vasta gamma di materie prime necessarie per stabilire una linea di produzione di beni necessari in risposta alla pandemia, che si tratti di camici chirurgici, maschere o occhiali. “Hanno una solida capacità produttiva e una forza lavoro in grado di aumentare rapidamente la produzione”
Pompeo ha aggiunto che saltano agli occhi alcuni sforzi del Partito Comunista Cinese, come vietare a virologi ed epidemiologi statunitensi di entrare nei laboratori di Wuhan, la città dove il virus ha avuto origine. “Il presidente Trump è stato molto chiaro, abbiamo intenzione di punire i responsabili e lo faremo secondo una precisa linea temporale”.
I funzionari dell’amministrazione americana hanno fatto pressione sui servizi segreti perché determinasse le esatte origini del coronavirus, alla ricerca di una teoria non provata che la pandemia sia iniziata a causa di un incidente di laboratorio. Giovedì scorso, Trump è andato in contraddizione con l’intelligence affermando di aver visto prove che gli danno un “alto grado di certezze” secondo cui il Covid-19 sarebbe nato in un laboratorio a Wuhan, ma si è rifiutato di fornire dettagli a sostegno dell’affermazione: “Ci sono prove enormi che sia iniziato tutto da lì. Abbiamo detto fin dall’inizio che si trattava di un virus che aveva avuto origine a Wuhan”. In un comunicato, il direttore dell’intelligence ha commentato: “Con ampio consenso scientifico concordiamo con la tesi che il Cvodi-19 non sia stato creato dall'uomo o geneticamente modificato”.
Pompeo ha aggiunto che la Cina “si è comportata come fanno i regimi autoritari, ha cercato di nascondere, ha generato confusione e ha impiegato l’OMS come strumento per fare lo stesso. Questo è il tipo di comportamenti che hanno dato vita ad una crisi enorme e ad un’immensa perdita di vite umane. Gli australiani sono d’accordo con questa tesi, gli europei cominciano ad affermare la stessa tesi, e credo che il mondo intero sia ormai unito nel comprendere che la Cina ha forti responsabilità”.
Alla domanda se la Cina avesse intenzionalmente rilasciato il virus o se si fosse trattato di un incidente, Pompeo si è rifiutato di esprimere un parere: “Non ho nulla da dire al riguardo. Penso che ci sia molto da sapere, ma posso dire che abbiamo fatto del nostro meglio per cercare di rispondere a queste domande. Abbiamo cercato di far entrare una squadra in quei laboratori, così come ha fatto l’OMS, ma a nessuno è stato permesso. E questo non fa che alzare i sospetti”.
Lo scontro tra Stati Uniti e Cina sta alimentando l’idea che il virus fosse un modo per distruggere un’economia florida, passaporto di Trump per il secondo mandato. Ma restano seri interrogativi sulla trasparenza della Cina nei primi giorni dell’epidemia e sulle coperture imposte dal suo sistema autocratico. E gli Stati Uniti non sono l’unico Paese che pretende risposte certe su una pandemia che ha devastato l’economia globale ed è costata centinaia di migliaia di vite umane.
In risposta alle pressioni, la Cina ha lanciato uno sforzo propagandistico per distogliere l’attenzione dalla propria colpevolezza, accusando i soldati statunitensi di aver importato l’agente patogeno. Martedì scorso, il portavoce del Ministero degli Esteri Geng Shuang ha accusato i “politici americani” di raccontare a viso aperto enormi bugie sulla pandemia. “Hanno un solo obiettivo: cercare di sottrarsi alla responsabilità dei propri gesti e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica”.