Il Natale più triste d’America è quello toccato in destino all’immensa Los Angeles, California, dove i funzionari sanitari hanno segnalato 148 nuovi decessi per Covid-19 il 25 dicembre, secondo giorno in cui la contea ha registrato un numero record di morti.
“Non può essere Natale, se ogni 10 minuti una persona muore - commenta in modo amaro Barbara Ferrer, direttore della sanità pubblica della contea di Los Angeles - e poiché molte di queste morti sarebbero state evitabili, l’attenzione della collettività dovrebbe essere rivolta a fare la cosa giusta per salvare vite umane”.
Secondo il comunicato stampa diffuso dal Dipartimento di Sanità Pubblica della Contea di Los Angeles, il giorno di Natale c’erano 6.500 persone ricoverate nei Covid-hospital, il 20% delle quali in terapia intensiva: nell’ultima settimana, il numero di pazienti è aumentato di oltre 1.600 unità, mostrando forse quello che è considerato il picco della pandemia.
“Spero che ognuno di noi possa trovare la forza e il coraggio di assumersi la responsabilità di pensare alla salute del prossimo - ha aggiunto Barbara Ferrer, esortando i californiani a seguire con scrupolo le linee guida come restare a casa e indossare la mascherina - gli unici strumenti che al momento funzionano”.
Secondo il Dipartimento di Stato per la Salute Pubblica, la capacità di posti letto in terapia intensiva sia nella San Joaquin Valley che nella California del Sud è pari allo 0%. In tutto lo stato ci sono stati 351 morti - il terzo più alto numero di morti per coronavirus in un solo giorno - portando il numero di decessi dell’intera California a 23.635.
Giovedì, lo stato ha registrato più di 39.000 nuovi casi, superando quota 2 milioni. “Gli ospedali sono pieni, i letti in terapia intensiva sono pochi e la gente sta morendo – si legge in un comunicato stampa diffuso da Mark Ghaly, segretario per la salute della California - la cosa più semplice che possiamo fare, ma anche la più utile, è restare a casa. Siamo in prima linea, e dobbiamo combattere”.