Mentre pare non ci siano dubbi sul suicidio, la morte della modella polacca Kasia Lenhardt assume sempre più i contorni di un puzzle tinto di giallo difficile da ricomporre.
A conferma della tesi del suicidio della modella 25enne, oltre ai primi rilievi effettuati sul cadavere, ci sarebbero gli inquietanti messaggi postati sulla propria pagina Instagram, che fanno pensare al gesto estremo di una persona in forte stato depressivo. Kasia Lenhardt è stata ritrovata senza vita dalla polizia il 9 febbraio scorso nel suo elegante appartamento nel centralissimo quartiere di Charlottenburg, a Berlino: messi in allarme da una segnalazione dei parenti, che da giorni non riuscivano a mettersi in contatto con lei, gli agenti hanno fatto irruzione rinvenendo il corpo della modella ormai senza vita. Nell’appartamento, nulla che facesse pensare ad una colluttazione, un litigio violento o comunque che abbia dato il sospetto della presenza di altre persone.
Malgrado questo, agli investigatori qualcosa non torna, e hanno iniziato a scandagliare il recente passato della modella, fidanzata per un anno circa di Jerome Boateng, attaccante del Bayern Monaco: un rapporto complicato, si dice minato da continui tradimenti, abusi e litigi, chiuso in maniera burrascosa e per nulla pacifico. A incrinare i rapporti fra i due un incidente stradale in cui Kasia era rimasta vittima mentre era a bordo dell’auto alla guida di Boateng, finita contro un palo della luce: per la modella era stato necessario ricorrere al ricovero in ospedale, dove gli esami le avevano riscontrato nel sangue valori alcolemici molto alti.
Una settimana prima della tragedia era stato Boateng, attraverso i social, ad annunciare la fine del fidanzamento con Kasia: oltre a chiedere scusa alla ex, il calciatore parlava di profonda delusione, chiedendo perdono anche ai suoi figli. Il giorno dopo, la Lenhardt aveva replicato con un post che ora suona come minaccioso: “Adesso si traccia una nuova linea. Basta”.
Ma a insospettire gli inquirenti sono soprattutto le parole di Sara Kulka, forse la migliore amica di Kasia, che attraverso il suo profilo Instagram cita “altre persone” che avrebbero spinto al suicidio la modella: “Spero che tutti coloro che li hanno ricattati, minacciati e messi sotto pressione si sentano il colpa”. Post che sono stati frettolosamente cancellati, ma su cui la polizia adesso vuol vederci chiaro.
Sulla vicenda è intervenuta anche un’altra amica della modella, Cathy Fischer, moglie di Mats Hummels, calciatore del Borussia Dortmund e amico di vecchia data di Boateng: “Kasia è morta anche per colpa degli haters: ci siamo ritrovate entrambe catapultate nel mondo del calcio, che può essere brutale e violento, mettendoti di fronte a pregiudizi, invidia e risentimento”. Lei stessa, ammette, ha avuto pensieri suicidi dopo essere stata vittima per lungo tempo di minacce e attacchi via social.
La notizia della morte ha scatenato incredulità in Germania, dove Kasia era molto nota per via della bellezza e grazie anche alla partecipazione nel 2012 al casting show “Germany’s Next Top Model”. Nata nell’aprile del 1995 a Leszno, in Polonia, entrata nel mondo della moda a 16 anni da protagonista, accumulando diversi rapporti sentimentali difficili che a neanche 19 anni l’avevo portata a diventare madre di un bimbo che oggi ha 6 anni. A fare luce almeno sulle cause della morte sarà l’autopsia.