È anche un po’ la scarsa abitudine alla criminalità più feroce, a filtrare nell’imbarazzata risposta che il ministero della giustizia e la polizia hanno dovuto fornire dietro alle feroci critiche per aver sottovalutato la scomparsa di alcune donne straniere. Dalla cronaca nera, la questione si è trasformata in fretta in un caso politico che sta facendo tremare il governo: il 26 aprile scorso, centinaia di persone si sono riunite davanti al palazzo presidenziale di Nicosia per protestare, e le opposizioni hanno chiesto le dimissioni del capo della polizia e del ministro della giustizia per manifesta incapacità. A gettare ulteriore benzina sul fuoco le organizzazioni umanitarie, che raccontano di una giustizia a due livelli: una più efficiente per i ciprioti, ed una a scartamento ridotto per i turisti.
Le indagini erano partite il 14 aprile, con il misterioso ritrovamento del corpo di Marry Rose Tiburcio, una donna filippina di 38 anni, seguito sei giorni dopo da quello di Arian Palanas Lozano, filippina anche lei, 28 anni, entrambe scomparse lo scorso anno. Attraverso controlli del traffico telefonico, fra i sospettati era finito quasi subito Nicos Metaxas, 35 anni, capitano dell’esercito cipriota, sposato, padre di due figli e assiduo frequentatore di chat di incontri online che aveva avuto contatti con le donne scomparse.

Metaxas ha resistito qualche giorno per poi crollare: ha confessato di essere l’autore di sette omicidi, cinque donne e due bambini. Su indicazione del killer, il corpo di una terza donna è stato rinvenuto nel pozzo di un poligono militare di tiro ed un altro chiuso in una valigia, sul fondo del Mitsero, un lago artificiale. Sarà l’autopsia, su quel che resta dei corpi di cui resta poco, a stabilire se di tratta di Ashita Khadka Bista, nepalese, o ancora di Maricar Valtez Arquiola, 31 anni, o quello di Livia Florentina Bunea, 36 anni, una donna romena uccisa nel 2016 insieme a Elena, la figlioletta di 8 anni.

Ma la preoccupazione cresce: utilizzando il nickname “Oreste”, Nicos Metaxas sarebbe entrato in contatto con oltre trenta fra donne e ragazze. Di quattro minorenni non si sa più nulla dall’inizio dell’anno.