Si è chiuso con 20 denunce, il bilancio della notte di violenza nei pressi del cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa, culmine di una nuova protesa dei “No Tav.
Circa 200 attivisti, in questi giorni ospiti del “Campeggio Studentesco No Tav” di Venaus, si sono prima concentrati presso il campo sportivo di Giaglione, quindi attraverso il sentiero Gallo Romano hanno raggiunto la “cancellata metallica rinforzata” che blocca il sentiero per evitare che i manifestanti possano raggiungere il cantiere Tav.
Oltre ai consueti cori e slogan contrari all’opera e contro le forze dell’ordine hanno iniziato ad ammassare legname, pedane in legno e altro materiale infiammabile, provocando fiamme alte circa 4 metri, cercando di sfondare la porta della cancellata metallica utilizzando un grande tronco di legno come ariete.
Subito dopo, alcuni tentavano di creare un varco nella cancellata metallica con un flessibile elettrico,tentativo neutralizzato dagli agenti grazie all’uso di un idrante artigianale realizzato per l’impiego nelle aree boschive.
Dopo pochi minuti, mentre la maggior parte dei manifestanti arretrava di qualche metro, una quindicina hanno iniziato un lancio di pietre, petardi, bombe carta e razzi da segnalazione nautica. E si deve forse al lancio di un razzo di segnalazione un principio di incendio che ha richiesto l’intervento di personale specializzato del cantiere e delle forze dell’ordine che a fatica sono riusciti a spegnerlo utilizzando alcuni estintori.
Dopo una decina di minuti di fitta sassaiola, il gruppo di antagonisti si è allontanato dalla cancellata ricompattandosi con il resto dei manifestanti, ed il corteo tornava a Giaglione.
Gli agenti della Digos sono riusciti a riconoscere venti antagonisti che saranno denunciati per violazione del provvedimento prefettizio e per accensioni pericolose. Due di questi saranno deferiti all’Autorità Giudiziaria per inottemperanza al “foglio di via obbligatorio” dal comune di Giaglione, tra cui una militante catanese e un esponente di Askatasuna.
Sono in corso indagini della Digos per individuare anche gli altri responsabili degli episodi tramite la visione delle immagini delle telecamere che sono state appositamente posizionate e nascoste nell’area interessata.