“Negli ossari aperti oggi al Campo Santo Teutonico sono stati trovati migliaia di reperti ossei”. Spiega Laura Sgrò, legale della Famiglia di Emanuela Orlandi, sono stati “riempiti 24 sacchi giganti. C’erano due botole comunicanti tra di loro alte più o meno un metro e distanti l’una dall’altra 2,55 m piene di ossa”, ha spiegato. “Ora va fatta un’analisi attenta, sicuramente non basterà l’esame morfologico delle ossa. I lavori riprenderanno sabato prossimo alle 9”, ha aggiunto l’avvocato. E anche i media internazionali si occupano del caso. In un lungo servizio il Guardian ricostruisce l’angosciante vicenda.
“Un'adolescente scomparsa, una tomba vuota, un turbinio di teorie oscure, e le porte chiuse e la consueta segretezza del Vaticano. Sembra finzione, ma è un mistero che ha attanagliato l'Italia per più di tre decenni e che ha coinvolto la potente e imperscrutabile Santa Sede”, scrive il quotidiano UK. Da 36 anni grava il mistero della quindicenne scomparsa dalle strade di Roma mentre si recava a una lezione di flauto, non distante da casa.
"Sono incapace di accettare le ingiustizie, ma soprattutto quando si tratta di mia sorella, sapendo che in tutti questi anni ci sono persone che sanno quello che è successo", ha detto Pietro Orlandi, suo fratello maggiore, all’Observer. "Per me, il diritto alla verità e il diritto alla giustizia sono diritti sacri che nessuno potrà mai togliere". Il 22 giugno 1983, Emanuela lasciò la casa di famiglia, portando il suo flauto. Aveva chiesto al fratello di accompagnarla sull'autobus per la sua classe di musica a un miglio di distanza, ma Pietro aveva altri impegni.
Più tardi, Emanuela chiamò a casa, parlando con una delle sue sorelle. Da allora, non c'è più traccia dell’adolescente.
“Voci collegano la scomparsa di Emanuela con un complotto del 1981 per assassinare il papa, un'ondata di scandali finanziari alla banca del Vaticano, un presunto circuito sessuale gestito dalla polizia vaticana e dal mondo sotterraneo criminale italiano. Nel 2012, la polizia ha riesumato il corpo di Enrico "Renatino" De Pedis, un mafioso che era stato sepolto nella cripta della basilica di Sant'Apollinare a Roma. Non è stato scoperto alcun legame con Emanuela e i resti di De Pedis sono stati cremati e sparsi in mare”. Pietro Orlandi accusa: ”Il comportamento del Vaticano in questi 36 anni è stato di segretezza e mancanza di collaborazione, e mi ha fatto pensare che ci siano persone all'interno del Vaticano che sanno cosa è successo”, precisa il Guardian.
Il corpo del mafioso Enrico De Pedis è stato riesumato nel 2012 ma non è stato trovato alcun legame con Emanuela. Giorni fa, due tombe del cimitero pontificio teutonico in Vaticano sono state aperte dopo che una lettera anonima alla famiglia Orlandi contenente una fotografia di una statua di pietra del cimitero consigliava loro di "guardare dove punta l’angelo". Ma le tombe erano vuote.