Il video che circola sulle chat di mezza Italia in cui la grillina Giulia Sarti sarebbe al centro di alcune scene hard è una clamorosa fake. E' falso. La voce della donna ripresa non è quella della parlamentare 5S; costei ha pure un vistoso tatuaggio sul braccio sinistro e Sarti non ce l'ha. Basta confrontare le immagini delle due donne, unite da una vaga somiglianza per il taglio dei capelli e poco altro e ascoltare la vera voce di Sarti da uno dei tanti video postati su YouTube. Non ci sono dubbi. Ma se anche fosse vero, sarebbe ancora più grave, perchè sarebbero stati violati i principi base della privacy di ogni umano sulla terra. Una vicenda disgustosa, ha detto Salvini. E ha ragione. Ci vogliono cinque minuti e la storia si sgonfia, perché semplicemente non esiste. E' vera solo una foto che ricorda un momento di intimità, già diffusa anni fa assieme ad altre dello stesso tenore, ma non c'è niente che si possa definire a luci rosse. Proprio niente. Chi ha rubato quelle foto a suo tempo le ha rimesse in circolo. Fare un caso politico di questa storia è uno schifo totale, non solo nei confronti dell'esponente grillina (al di là delle questioni politiche), a cui va la nostra umana e civile solidarietà, da parte di tutta la redazione di ISM.
Il caso era era stato sollevato dalle Iene ma con una chiave ben diversa: la Sarti aveva denunciato il suo ex fidanzato, ritenendolo responsabile di aver utilizzato per fatti personali migliaia di euro, destinati invece al micro-credito da parte degli eletti in Parlamento e Senato 5S. Ma l'uomo dice che non è vero; denunciato dalla stessa Sarti è stato prosciolto da ogni accusa. Da qui altre rivelazioni: 4mila euro sarebbero stati destinati ad acquistare un sistema di di videosorveglianza interno alla casa della Sarti, compresa la camera da letto. L'ex fidanzato, un romeno che si fa chiamare Andrea Di Girolamo, esperto informatico, sarebbe in possesso delle memorie del dispositivo da lui stesso allestito, secondo le indicazioni dell'onorevole. Ebbene, le Iene hanno chiesto a "Di Girolamo" se il sistema avesse registrato incontri a luci rosse o incontri politici. La risposta è stata evasiva. Questa brutta storia di violazioni della privacy, sottili ricatti e minacce è solo l'ultimo capitolo dell'ondata di odio che va sommergendo il nostro Paese. Serve l'impegno di tutti per dire NO a questo tipo di attacchi, che hanno un solo scopo: distruggere l'esistenza delle persone.