Massimo Sebastiani, se è ancora vivo, ha realizzato il suo sogno di vivere nei boschio, come un selvaggio, come un Rambo senza alcun tipo di passato militare. Anelava la libertà dal lavoro, dalla routine, da quella quella palazzina di due piani ingombra di rifiuti e di ogni genere di oggetti. In una sporcizia indescribile, che ricorda l’atteggiamento degli “accumulatori seriali” o schizofrenici gravi non più in grado di controllare la patologia. Eppure Sebastiani aveva amici fidati, una vita sociale intensa e molti lo ammiravano per quella sua attitudine a vivere nei boschi, a mitizzare un “buen ritiro” nella foresta, per vivere “in un bunker” costruito pazientemente nel tempo. Ma dov’è? Nessuno lo sa. Forse lo sapeva Elisa Pomerelli, la ragazza sparita con lui 14 giorni fa, e che con lui condivideva sogni e segreti. Lui era pazzamente innamorato di lei, una volta ci litigò e ne restò sconvolto, tanto da inviare un messaggio vocale disperato a Debora, la sorella di Elisa: “Sono a pezzi…, poi abbiamo chiarito ma sono lo stesso a pezzi…"diceva. Insomma, un amore a senso unico e tormentato. Elisa lavorava nell’agenzia del padre, assicurazioni e finanziamenti, e forse era, anzi è sino a prova contraria, una ragazza inquieta in un senso positivo. Amava la natura e molto meno le scartoffie. L’amicizia con “l’uomo dei boschi” era nata proprio così, per imparare a vivere nella natura, essere autosufficienti, coltivare la terra per quel che basta a sopravvivere, a sfruttare ogni angolo di terra, senza danneggiare il bosco. Un viaggio meraviglioso con questa guida rozza magari ma maniacalmente preparata su ogni tipo di piante, tecniche di costruzione di capanni, creare giacigli di fortuna, esplorare il bosco dove pochi o nessuno si erano mai avvenuterati. Il capanno-bunker era la sua ossessiane. Agli amici ha detto che “era quasi pronto” ma nessuno l’ha mai visto.
Cosa è successo due domeniche fa tra le 14 e le 15 è il mistero che angoscia i familiari e gli amici. L’ha uccisa, temono gli inquirenti e ora cercano un cadavere. Potrebbe essere ancora viva, spera la sorella, fidando nel folle amore (a senso unico) che l’uomo provava per quella ragazza solare ma con qualche nuvola improvvisa che le oscurava gli occhi azzurri, rendendola inquieta e desiderosa di isolarsi dal mondo. E Massimo, con quelle sue braccia muscolose, le mani come pale, il suo passo forte ed eterno, era il tramite, l’artefice di una fuga verso un mondo immerso solo nella natura. Un elfo del bosco, creatura della terra e scolpito nel legno e nella roccia.
Che fine può avere fatto Elisa? Uccisa nei dintorni della casa di Campogrande, finita nel pollaio dove qualcuno ha bruciato rami e sterpi molto recentemente, gettata nel cofano e sepolta chissà dova, nel cuore del bosco, ipotizzano i carabinieri. I tempi ci sono. Oppure è successo qualcos’altro ancora. Di cui nessuno sa niente. Resta il mistero di un uomo con la felpa, il cappuccio calato sul viso, che cammina nella notte a passo veloce; un gruppo di studenti che era in tenda per il week end, lo vede e si spaventa. I ragazzi si blindano nella enda, aspettando solo che se si allontani. Questione d’istiinto.